Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
Propositivo e preparato, come di consueto, su un tema a lui tanto caro quanto l'opera, Franco Zeffirelli mette in scena - per il grande schermo - la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, tratta dall'omonima novella di Giovanni Verga. Accanto agli attori-figuranti (senza parti cantate, insomma), gli interpreti di primo piano sono tutti cantanti lirici di fama mondiale, che vanno a formare un cast, da questo punto di vista, realmente stellare: Placido Domingo è Turiddu, Santuzza viene affidata alla mezzosoprano russa Elena Obrazcova; nei panni di Alfio c'è Renato Bruson, baritono italiano, mentre a Fedora Barbieri, contralto, spetta il ruolo di Lucia, madre di Turiddu. Zeffirelli sfrutta ampiamente gli spazi aperti e, per quanto possibile, propone movimenti di macchina che distanziano ancora di più questa versione della Cavalleria rusticana da una messa in scena teatrale; per le scene al chiuso, però, non disdegna di sfruttare scenografie palesemente fasulle (non brutte: solo false, e infatti a occuparsene c'è il bravo Gianni Quaranta) che non rendono giustizia a un lavoro tanto scrupoloso. Fotografia patinata oltremodo - altro segno distintivo del regista toscano - di Armando Nannuzzi. Per Zeffirelli, dopo il flop al cinema con Amore senza fine dell'anno precedente, quest'opera rappresenta la prima di una serie di messe in scena di musica lirica. 6/10.
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