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Voglia di tenerezza

Regia di James L. Brooks vedi scheda film

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La recensione su Voglia di tenerezza

di Baliverna
8 stelle

E' un film molto basato sugli attori, tutti bravi, ma non si può dire che ci sia solo questo. A me il modello sembra chiaramente Douglas Sirk coi suoi drammi familiari, e mi stupisco che di solito non venga rilevato. In generale, il film fa vedere una vita familiare irta di difficoltà e di tensioni, precarietà e debolezze, ma anche capace di piccoli riscatti e di capacità di tirare avanti. Il titolo italiano questa volta sembra indovinato e ben tradotto: l'amarezza della vita e la difficoltà dei rapporti umani lascia in tutti una grande voglia di tenerezza, di pace e di serenità irragiungibili o quasi.
Per scendere un po' nel particolare, una delle situazioni principali che il film presenta è un rapporto problematico madre-figlia (McLaine-Winger), dove la prima è una donna apprensiva, possessiva e fragile, il che non fa che complicare la vita della figlia e il suo stesso matrimonio. Il vero problema della madre, probabilmente, è la sua solitudine, che viveva anche quando il marito era vivo (e neppure la sua morte sembra turbarla). La comparsa quindi di un nuovo amore (Nicholson), o meglio del primo amore, finisce per guarire gli scompensi della madre e quindi le sue tensioni con la figlia. L'ultimo grande polo di interesse è il rapporto tra quest'ultima e il marito (Daniels). La coppia, infatti, è pesantemente ferita dalle infedeltà di entrambi. Se la definizione dei personaggi per il resto è soddisfacente e realistica, a questo proposito mi pare che il discorso faccia qualche grinza. Mentre infatti lei si sdegna pubblicamente delle scappatelle del marito e pure lo pianta un periodo per punirlo, fa altrettanto per conto suo, senza percepire una contraddizione. Quando tradisce il marito con l'impiegato di banca, anzi, specifica che non è ancora sicura del tradimento di lui ma che è meglio così, perché in tal modo va a letto con quell'altro per piacere e non per vendetta... Qui secondo me il film non riesce rappresentare una donna cinica o menefreghista (anzi, il personaggio suo non vuole esserlo), ma se mai manca di mettere a fuoco una situazione che richiedeva qualche dettaglio in più. Jeff Daniels, di contro, dà vita a un credibile marito sfuggente e bugiardo.
Detto questo, è un film complessivamente riuscito, gradevole da guardare nonostante i molti drammi, con buoni dialoghi e vicende che prendono l'attenzione, forse un tantino impersonale ma che importa. Il regista lo definirei un abile artigiano al servizio degli attori e del pubblico. Il gioco gli è riuscito.
Ricordo come negli anni '80 questo film si fosse conquistato diverse repliche in prima serata su Canale 5.

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