Regia di Mikio Naruse vedi scheda film
Rispetto a Yasujiro Ozu che difendeva strenuamente i valori Giapponesi e la famiglia come esempio di virtù a cui tendere, incurante degli sconquassamenti del suo paese durante il secondo conflitto bellico, Mikio Naruse vi intravede una netta cesura costruendo un melodrammache fonde soluzioni classiche con ellissi improvvise di un passato radioso, ma oramai spazzato via dalla fine della guerra, dove niente è più come prima e la famiglia è divenuta una mera rappresentazione coniugale tenuta in piedi per esigenze di mera apparenza, a scapito di un legame oramai compromesso tra Tomioka (Masayuki Mori) e sua moglie, poichè l'uomo in realtà conduce una vita libertina fatta di molte frequentazioni occasionali, tra cui Yukiko (Hideko Takamine), la quale s'innamorò dell'uomo durante il suo soggiorno in Indocina come dipendente del ministero forestale. Il sentimento di Yukiko verso l'uomo è fortissimo, al contrario di quello di Tomioka incapace di mantenere fede alla promessa di lasciare la moglie, conducendo inoltre ulteriori frequentazioni cone altre donne, che finiscono con il ferire Yukiko sempre di più. Nubi Fluttuanti di Mikio Naruse (1955) è un melodramma dalle tinte pessimiste, dove il presente è fatto di contrasti marcati tra luci ed ombre, che creano un'atmosfera cupa, per poi sfociare sempre più nel plumbeo tramite l'interminabile pioggia finale che sembra figurare le lacrime del cielo per un destino già scritto su questo legame, al quale in verità solo Yukiko caparbiamente crede nonostante le delusioni che riceve ogni volta, la forte passione della donna viene annichilità dall'apatia di Tomioka, continuamente sospeso tra il non voler lasciare la moglie con la scusa della malattia di quest'ultima e le numerose frequentazioni occasionali, senza mai cercare una stabilità affettiva.
Ad un presente gramo, si contrappongono le sequenze di un passato radioso, dove le atmosfere orientali regalano freschezza e genuinità al nascere e allo svilupparsi della relazione adulterina di Tomioka verso la giovane Yukiko, l'illuminazione s'irradia in tutta la sua forza tra la fitta vegetazione Indocinese in cui i due si scambiano un bacio intenso, un luogo lontano nel tempo e nello spazio rispetto al Giappone devastato dalla guerra, purificato e idealizzato in tutta probabilità ancora di più dai ricordi di Yukiko, a cui si contrappone lo squallore della patria natia che accoglie la donna all'arrivo, non solo la fine della guerra ha messo fine alle fantasie sentimentali della donna, ma le fa anche pagare in prima persona le conseguenze sociali di un paese uscito devastato dal conflitto bellico e che la respinge in toto, costrigendola ad umiliarsi vedendo il suo corpo, una parabola discendente di una donna che si strugge e si consuma giorno dopo giorno per un uomo abulico e distaccato, in verità immeritevole di tanta devozione e che a causa del suo comportamento indeciso, sembra prosciugare le energie vitali di tutte le persone femminili che gli gravitino intorno.
Il punto di vista e lo sguardo empatico di Naruse sono tutti a favore della donna, un'eroina di stampo Mizoguchiano, però il regista con Tomioka sembra anticipare le tendenze e le problematiche del malessere e del vivere quotidiano che accompagneranno le pellicole delle avanguardie cinematografiche che scorgeranno di lì in poco, non è difficile vedere in Tomioka la personificazione di un paese come il Giappone, il cui passato mitizzato è stato diretto responsabile e quindi causa primaria della rovina di un presente indecifrabile nell'evoluzione. Yukiko ricorda tutto della storia d'amore intensa con l'uomo, la donna con i suoi sguardi da sempre il via alle ellissi e ai raccordi tra passato e presente, contrasto totalmente escluso da Tomioka, che guarda con fastidio al primo e con indecisione al secondo, non riuscendo o rifiutandosi di vedere l'intensità del fiore che gli passa accanto, vivendo in modo svogliato ed egoistico le situazioni che gli si presentano, senza però essere mai una figura totalmente negativa che si annulla nel suo stesso carattere, semplicemente è fatto così e la sua psiche è alle prese con le numerose quanto difficile problematiche del Giappone post-bellico. Ottimo successo all'uscita in Giappone, dove la critica lo salutò come capolavoro assoluto, apprezzando il connubbio tra accurata introspezione psicologica dei due personaggi fusa in modo egreggio con la descrizione di un Giappone dalla difficile situazione sociale ed economica dell'immediato dopoguerra, con la recente uscita del dvd si pone rimedio ad un'assenza della pellicola nel mercato nostrano che ha portato ad una poca conoscibilità di essa, non è un caso che la mia sia la seconda recensione dedicata al film.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori: //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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