Regia di Terence Davies vedi scheda film
Film autobiografico multifocale (non c’e’ un solo personaggio di riferimento: i 5 membri della famiglia vi si alternano nei vari momenti del film). Non e’ un romanzo di formazione, ma un armonioso e talora poetico collage di frammenti del passato, di vivide reminiscenze che si alternano seguendo un ordine emotivo, non cronologico. Canzoni e lacrime, le piccole gioie quotidiane mescolate alle impennate di violenza e dolore: la miscela di umori e’ perfetta. E lo e’ anche l’equilibrio della regia, appassionata e distaccata al tempo stesso, talvolta severa, mai ammiccante. La societa’ inglese di quel periodo, conservatrice e puritana, e’ perfettamente rispecchiata nella ordinary family protagonista del film. Stilisticamente, gioca un ruolo fondamentale il sonoro, sia per le musiche sia per le voci fuori campo; inoltre, Davies non fa uso del campo-controcampo, bensi’ adotta una prospettiva frontale, fotografica. E’ un regista che sa fare del cinema della memoria senza effetti distorsivi o riconcilianti.
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