Un film di grande suggestione per sensibiilità ed originalità narrative, che parla della famiglia di Eillen, di Maisie e di Tony, cresciuti con un padre capace di nevrotiche durezze e una madre che è, invece, l'autentico angelo del focolare. Dopo la morte del genitore, i destini dei figli prendono strade autonome.. Con uno stile personalissimo, con una intensità straordinaria, con un'eccellente capacità evocativa dell'ambiente (Liverpool), del tempo (con inizio durante la seconda guerra mondiale) e del contesto sociale, Terence Davies ottiene un risultato eccellente. Affascinante colonna musicale, recitazione magistrale. Preceduto da "Trilogy" e seguito da "Il lungo giorno finisce".
Il contenuto si valuta positivamente,gli attori sono appropriati,ma e' troppo frammentario e in alcuni momenti anche noiosetto....gli inserti canterini sono tanti....anche troppi.Molto quotato dalla critica....da me un po' meno.
Straordinario affresco proletario della vita di una famiglia inglese negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, è un film duro e struggente, lucido e commovente al tempo stesso, che lascia il segno anche per la sua insolita struttura a mosaico in cui sono proprio le canzoni a diventare il tramite e il deposito della memoria collettiva.
Capolavoro assoluto, uno dei vertici massimi raggiunti dal cinema. Musica, arte, poesia, spaccato sociale e potenza magistrale narrativa. Introvabile, da recuperare ad ogni costo.
L'autobiografismo continua in "Voci lontane…sempre presenti" ("Distant voices…Still lives", 1988), dove Davies rievoca le vicende della sua famiglia prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma dove, significativamente, non mette in scena se stesso. Anche questo film è diviso in due parti nettamente separate e girate a due anni di distanza l'una dall'altra. Nella prima, "Distant… leggi tutto
Era da tempo che desideravo vedere questo film, incoraggiato dalle splendide recensioni lette sin dalla sua uscita nelle sale e per soddisfare la mia comune passione per il cinema britannico. Terence Davies dirige una pellicola ambientata nella Liverpool degli anni 50' all'interno di una famiglia proletaria. Ci narra di un padre padrone (Pete Posthtlewite) che tiranneggia la fragile e sottomessa… leggi tutto
Dispiace parlare male di film così, ma devo ammettere che non mi ha né colpito e né coinvolto. La trama è eccessivamente frammentaria, i personaggi mi sono parsi sbiaditi e ci sono continuamente canzoni, cantate dai personaggi o da soli o in gruppo, che fiaccano la narrazione, la rendono ripetitiva e sembrano messe lì per allungare un film altrimenti… leggi tutto
Dispiace parlare male di film così, ma devo ammettere che non mi ha né colpito e né coinvolto. La trama è eccessivamente frammentaria, i personaggi mi sono parsi sbiaditi e ci sono continuamente canzoni, cantate dai personaggi o da soli o in gruppo, che fiaccano la narrazione, la rendono ripetitiva e sembrano messe lì per allungare un film altrimenti…
Era da tempo che desideravo vedere questo film, incoraggiato dalle splendide recensioni lette sin dalla sua uscita nelle sale e per soddisfare la mia comune passione per il cinema britannico. Terence Davies dirige una pellicola ambientata nella Liverpool degli anni 50' all'interno di una famiglia proletaria. Ci narra di un padre padrone (Pete Posthtlewite) che tiranneggia la fragile e sottomessa…
A proposito di collassi e insorgenze spaziotemporali, diorami animati delle ere, pseudopodici cronosismi, convergenze pluridimensionali parallele, multiversi coabitanti, paratesti geografici, risonanze…
La quindicesima porta dentro di sé la sorpresa di una mezza costola croccante dei “Cahiers du Cinéma” anni '50 / '60. Solo un giovane danese daltonico e dislessico è tanto alieno alla…
“L’autobiografia è una ricerca inesauribile” (Andrea Battistini, “Lo specchio di Dedalo”, Bologna, Il Mulino, 1990, pag. 15). “Per colui che intraprenda la rischiosa impresa di ricordare una vita, si…
Relazione primaria, assoluta: parlare del rapporto, nel cinema come ovunque, tra il padre e il figlio maschio (o i figli se più di uno) significa aprire un elenco sterminato. Abbiamo atteso a lungo prima di affrontare…
Padre terribile in Voci lontane... sempre presenti (1988) di Terence Davies, avvocato Kobayashi in I soliti sospetti (1995) di Bryan Singer, Pete Postlethwaite, deceduto domenica 2 gennaio 2010, resterà sempre,…
Il dolore del ritorno - questa alla lettera l'etimologia - ovvero la tristezza per un ricongiungimento che non si compie, che è lontano, magari impossibile. Stiamo andando sul difficile, lo sappiamo, ma sappiamo anche…
L'autobiografismo continua in "Voci lontane…sempre presenti" ("Distant voices…Still lives", 1988), dove Davies rievoca le vicende della sua famiglia prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma dove, significativamente, non mette in scena se stesso. Anche questo film è diviso in due parti nettamente separate e girate a due anni di distanza l'una dall'altra. Nella prima, "Distant…
"Arrivederci, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.
In questa vita, morire non è una novità,
ma, di certo, non lo è nemmeno vivere."(S.A.Esenin)
I pezzi del puzzle sono sparpagliati sul tavolo davanti a me, come le lettere di una tastiera che aspettano solo la mia mano per essere trasformati in un'immagine vera. Ma i colori e le forme non coincidono tra loro, e…
IMMAGINI DI MEMORIA DI UNA FAMIGLIA DI LIVERPOOL TRA GLI ANNI 40-50 ,FRAMMENTI DI RICORDI IN UN'INCORNICIATURA DELICATA.IL FILM RACCONTA DI GESTI QUOTIDIANI IN UN QUARTIERE POPOLARE.UNA FAMIGLIA CON PADRE VIOLENTO E UNA MADRE DOLCE SOTTOMESSA.I PUB GLI AMICI LE CANZONI POPOLARI .DURO E DOLCE UNA CINEPRESA DELLA MEMORIA
Film autobiografico multifocale (non c’e’ un solo personaggio di riferimento: i 5 membri della famiglia vi si alternano nei vari momenti del film). Non e’ un romanzo di formazione, ma un armonioso e talora poetico collage di frammenti del passato, di vivide reminiscenze che si alternano seguendo un ordine emotivo, non cronologico. Canzoni e lacrime, le piccole gioie quotidiane…
Se quello contro il quale reagì la nouvelle vague francese era il "cinema di papà", questo è il "cinema di mamma". "Voci lontane..." è un film in cui assoluta protagonista è l'accuratezza della ricostruzione d'epoca, dalle tappezzerie alle trasmissioni radiofoniche, un po' come in "Radio Days" di Woody Allen. Non è che voglia sottovalutare tutte le implicazioni sottese al film di Davies,…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (4) vedi tutti
Il contenuto si valuta positivamente,gli attori sono appropriati,ma e' troppo frammentario e in alcuni momenti anche noiosetto....gli inserti canterini sono tanti....anche troppi.Molto quotato dalla critica....da me un po' meno.
commento di ezioStraordinario affresco proletario della vita di una famiglia inglese negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, è un film duro e struggente, lucido e commovente al tempo stesso, che lascia il segno anche per la sua insolita struttura a mosaico in cui sono proprio le canzoni a diventare il tramite e il deposito della memoria collettiva.
commento di (spopola) 1726792Purtroppo non mi ha né colpito né coinvolto.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiCapolavoro assoluto, uno dei vertici massimi raggiunti dal cinema. Musica, arte, poesia, spaccato sociale e potenza magistrale narrativa. Introvabile, da recuperare ad ogni costo.
commento di nohaybanda