Regia di Folco Quilici vedi scheda film
Anche gli animali beneficiano del programma di commemorazione legato al centenario dalla Prima guerra mondiale. A loro è dedicato questo documentario che ne mette in prospettiva il contributo alla causa, dimostrando come il conflitto compromise l’equilibrio della natura e della fauna, specie sul fronte alpino. Partendo da una sensibilità tipicamente moderna, il film rileva come il loro sterminio sia stato rimosso dai cinegiornali dell’epoca, con l’esclusione di alcuni rari reperti. Ampio spazio è dato al perdurare della presenza dei cavalli (sottratti a milioni dalle fattorie ed educati frettolosamente alla guerra), più come risultato della retorica cavalleresca che come reale esigenza strategica. Massiccia anche la partecipazione dei cani - il cui valore diventava spesso affettivo oltre che militare - e dei muli, chiamati a trasportare qualsiasi peso, anche i cannoni per il combattimento. Seguono parentesi su colombi e piccioni viaggiatori, sul divismo animale e uno spazio sui pidocchi e l’influenza spagnola. Il tono è empatico ma efficace, anche se qualche ridondanza è inevitabile. L’impronta, invece, è fortemente televisiva: latita un pensiero cinematografico o qualsiasi forma di infrazione della sintassi tradizionale. Dominano le immagini di repertorio (soprattutto i documenti Luce, alternati a sequenze cinematografiche), supportati da alcune ricostruzioni moderne e da brevi interviste che interrompono la costante voce narrante.
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