Regia di Orson Welles vedi scheda film
Si riteneva che l’unica copia di questo film, non portato a termine e mai distribuito all’epoca, fosse andata distrutta durante l’incendio della villa di Welles nel 1970; invece in anni recenti ne è riemersa un’altra, che è stata restaurata e ha finalmente trovato un pubblico nel 2013. Per quello che si può vedere, è una versione di lavoro difficilmente giudicabile: un’imitazione delle comiche mute, con ellissi brusche e scene ripetute varie volte, da cui in assenza di didascalie si può con molta fatica ricostruire la trama (un classico triangolo amoroso marito-moglie-amante che si inseguono fra New York e Cuba). La voce di Wikipedia parla di “un personaggio principale, il vero Johnson, che si trova continuamente perseguitato da altre due persone che assumono la sua identità”: se così è, confesso che la cosa mi è completamente sfuggita; peraltro la stessa voce sostiene che questo sia l’esordio di Judy Holliday, futura attrice feticcio di Welles (?!): il che getta qualche dubbio sulla sua attendibilità. Certo, il fascino del film è che, insieme al corto The hearts of age (1934), getta luce sulla preistoria di Quarto potere; c’è qualche discreta invenzione registica (es. la donna che sostituisce la foto sul comodino a seconda di quale uomo deve ricevere); ma è un po’ pochino.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta