Regia di Ryan Travis vedi scheda film
Sconclusionato, totalmente fuori dalla realtà, interpretato da attori poco capaci. Eppure non ho trovato completamente negativo questo film, forse anche perchè l'ho visto condizionato dai precedenti giudizi, che lo stroncano senza pietà. Il film racconta la storia di due ragazzi, ambedue appassionati di videogiochi, uno è un hacker in difficoltà nella vita reale ed alla ricerca di un modo per evaderne; un altro, impacciato e timido, "sopravvive" alla realtà e ottiene successo con una ragazza. L'hacker scopre in uno scantinato segreto una macchina dedicata alla realtà virtuale. e, con l'aiuto dell'amico, cerca di impossessarsi della "chiave" necessaria a trasferire la propria coscienza in un universo artificiale costituito da livelli di videogiochi. L'amico, lo asseconda ed aiuta, seppur con spirito critico. Nonostante l'assurdità della trama, il film introduce concetti interessanti: il dover scegliere tra vita vera e vita "virtuale", con l'ago della bilancia che non pende decisamente verso la prima opzione. Vuoti esistenziali, difficoltà quotidiane, incomunicabilità spingono le persone a rifugiarsi in effimeri ma consolatori mondi elettronici, popolati di avatar, nicknames dietro i quali non è chiaro se vi siano macchine o altri umani. Le scene d'azione sono ben studiate, ma l'evidente scarsità del budget ne mina la credibilità. Gli attori sono evidentemente non professionisti, e tuttavia quello che interpreta il "collaboratore" dell'hacker appare simpatico. Conclusione quasi incomprensibile, colonna sonora passabile.
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