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Il vizio di famiglia

Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film

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La recensione su Il vizio di famiglia

di mm40
2 stelle

La cosa più bella di questi film (filone erotico-demenziale italiano anni '70) sono alcune battute, degne di un Lando o di un Camionista, che fanno venire realmente voglia di tornare indietro e riascoltarle, dal tanto lasciano incredulo lo spettatore. Edwige Fenech che, abbracciando il suo partner in mare, dice: "Tu sei il Majorca della scopata!" è un esempio di questo tipo di scioccanti inserti verbali, che sono in fondo la controparte testuale delle frequenti scene di nudo che scorrazzano libere lungo tutta la pellicola. Lo stesso dicasi per l'uomo in carrozzella che esclama, inviperito per essere stato buggerato dal finto gay: "Quello sporco, lurido ricchione è riuscito a metterlo nel culo anche a me, che sto sempre seduto!". Tutto è assolutamente gratuito, con una leggerezza invidiabile: come la ragazza che si fa la doccia lavandosi e siacquandosi accuratamente le tette più volte, per la gioia dei guardoni dietro al buco della serratura e per quelli al di là dello schermo; la trama diventa così un semplice pretesto, i personaggi sono esili figurette ultrastereotipate (il gay, la ninfomane, il macho) caratterizzate per lo più dal punto di vista sessuale, e il resto chissà. Nel cast, oltre alla citata Fenech, troviamo qui Renzo Montagnani, Gigi Ballista ed Enzo Andronico; la sceneggiatura è firmata da Onorati-Frugoni-Couyoumdjian (produttore qui 'prestato' alla scrittura); non vale infine nemmeno la pena di mettersi a discutere su Laurenti come regista. Prodottino misero misero, ma d'altronde inequivocabilmente figlio dei suoi tempi. 2,5/10.

Sulla trama

Il conte è malato e i parenti si fanno apprensivi per l'eredità. La probabile erede viene così fatta sedurre da un ex galeotto satiro, costretto a fingersi maggiordomo gay per introdursi in casa. Ma, già che c'è, il terribile sventrapapere esercita le sue doti anche sulla bella nipotina Susy.

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