Regia di Kent Jones vedi scheda film
Per un motivo o per l'altro ho finora sempre disatteso gli appuntamenti in sala coi film-evento distribuiti dalla Nexo, quei film che vengono programmati (con adeguata notevole promozione) solo per due o massimo tre giorni e poi scompaiono. Quindi diciamo tipo un concerto dal vivo, che lo puoi vedere solo una volta (o poco di più) e poi basta. Sinceramente non è che ami molto questa "trovata" soprattutto perchè un film voglio poter scegliere io quando e dove vedermelo, senza quindi dovermi adeguare ad una programmazione ristretta. Questa volta ho fatto un'eccezione perchè l'oggetto cinematografico m'interessava troppo. Si tratta del bellissimo documentario sul leggendario incontro tra due giganti assoluti del cinema come Hitchcock e Truffaut, incontro dal quale fu tratto il celeberrimo libro-intervista "Il cinema secondo Hitchcock". Regia curata da Kent Jones, anche co-sceneggiatore assieme a Serge Toubiana, quest'ultimo già direttore niente meno sia della Cinematheque française che dei Cahiers du Cinema. Insomma, per questo progetto su due cineasti immensi s'è mosso il meglio del meglio. Non è un film che possa essere raccontato (come per ogni documentario, d'altronde). Si possono però fare tante riflessioni, anche perchè il film ci rivela cose che alcuni di noi non sapevano, il che lo rende ancor più raro e prezioso. Per esempio che l'infanzia critica dei due uomini costruì le basi per un loro incontro. Nel senso che Truffaut fu abbandonato dal padre biologico e trovò in Hitch una sorta di figura paterna nonchè riferimento spirituale. E poi il film ci riversa addosso una mole enorme di considerazioni da parte di celebri registi (da David Fincher a Wes Anderosn passando per Peter Bogdanovich e Scorsese, ma i contributi sono troppi per citarli tutti). Un dettaglio che non conoscevo e che mi ha fatto piacere è stato scoprire che, anche dopo quel famoso incontro, i due restarono in costante contatto, si scrivevano confidando dubbi e formulando giudizi ognuno sul cinema dell'altro. Insomma era nata un'amicizia che era anche compenetrazione professionale. Ma se devo dire la verità in tutto questo c'è un "senso" a cui fatico a dare una logica. Mi spiego. Se da una parte abbiamo il giovane leone della nouvelle vague che s'innamora (devozione pura) di un Maestro Assoluto, e questo ci sta sicuramente, meno comprensibile è come un gigante come Hitch abbia potuto maturare tanta fiducia in un "novellino" (di talento mostruoso ma pur sempre un giovane cineasta). Al punto di aprirsi completamente a lui, disvelando ossessioni e intimi pensieri sulla settima arte ma anche ricordi della propria infanzia. Ecco perchè io ritengo che una tale compenetrazione reciproca tra due cineasti così differenti si prospetti come una specie di miracolo. Il film è davvero importante e prezioso e chi ama il cinema non può -nel modo più assoluto- fare a meno di vederlo. E capire che il Cinema può cambiare le nostre vite o per lo meno contribuire a renderle più lievi. Un atto d'Amore incondizionato verso il Cinema, questo è il film. Concetto forse retorico e scontato. Ma è la pura verità.
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