Regia di Sergey Mokritskiy vedi scheda film
La storia di Ljudmila Pavlicenko, tiratrice scelta dell'Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film, tramite la voce narrante della sua amica Eleanor Roosevelt, moglie del presidente statunitense F.D.Roosevelt, ripercorre l'occasione che ha portato alla loro conoscenza, una visita di propaganda a Washington nel 1942, e, successivamente, procede a ritroso, raccontando la storia della protagonista in adolescenza; nel periodo anteguerra; nella fase di addestramento e durante i combattimenti, in particolare durante l'assedio della città di Sebastopoli. Indurita nell'animo da un rapporto non ottimo con il padre, e dotata di un talento naturale per il tiro a segno, allo scoppio della guerra non ha esitazioni nel voler affrontare l'addestramento e poi partire per il fronte. Dopo aver rischiato la vita più volte, viene ferita ed allontanata dalla prima linea. L'esercito la utilizza per attività diplomatiche e propagandistiche. La buona sorte le arride in guerra, ma non in amore. Gli uomini cui si lega sono coraggiosi soldati che non hanno la sua stessa fortuna; lo stesso Boris, un giovane medico che la ama da prima della guerra, arruolatosi in un momento successivo, le consente di mettersi in salvo durante le ultime fasi dell'assedio di Sebastopoli, sacrificandosi per lei. Il film tenta di fare un ritratto di Ljudmila non solo quale combattente, ma anche quale donna, traendo spunto dal rapporto che ella ebbe con la First Lady statunitense nel 1942. La curiosità di Eleanor Roosevelt è la stessa dello spettatore; che tipo di persona è una ragazza che afferma a cuor leggero di aver ucciso 309 uomini (o meglio, "non uomini, ma fascisti") ? Il regista evidenzia la femminilità negata, prima da una dura educazione, poi dalle necessità belliche, infine dalla ragion di stato; ma non muove alcuna critica a Ljudmila, quasi sempre mostrata come molto fredda e determinata, raramente felice; se vi sono delle responsabilità, devono essere addossate al corso degli eventi. La guerra è sonno della ragione, e genera mostri, o comunque mostruosità. La stessa protagonista, in alcune sequenze, è mostrata agire con crudeltà, tanto che il suo compagno la richiama all'ordine. Il film ha un ritmo sostenuto ed è ricco di contenuti. Piacendomi il cinema bellico, ho avuto occasione di vedere qualche film di produzione russa, o, comunque, orientale. Questa conoscenza, seppur modestissima, mi consente di valutare l'opera secondo parametri ben diversi da quelli utlizzati per i film "occidentali". Come altri, questo prodotto è pieno di retorica patriottica; non è critico verso il concetto di guerra, bensì evidenzia, con sequenze di particolare tragicità, quali tragedie inevitabilmente la guerra rechi alle persone. Questo aspetto è così enfatizzato da parte del regista, da far sembrare irreali alcune situazioni; esempio, il ritrovarsi sullo stesso fronte di guerra, degli amici che si frequentavano in pace, il condividere dolori e perdite. Per il resto, come da copione. Ogni nemico è un nazista da uccidere; le valutazioni sull'approccio dei tedeschi alla guerra sono ridotte al minimo; solo a conclusione del film, Ljudmila, recuperando gli effetti personali di un cecchino germanico giunto sul Fronte Orientale per occuparsi di lei e rapidamente liquidato, sembra comprendere l'umanità delle controparti. Un discreto prodotto, difficilmente può piacere a chi è abituato al cinema bellico "occidentale"; certamente retorico e di parte, ma anche sontuosamente realizzato, con sequenze d'azione d'ogni genere, dalle scenografie varie e ben realizzate; non si limita a raccontare Ljudmila quale eroina di guerra, ma anche quale giovane e tormentata donna.
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