Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Oggi meno che mai verrebbe in testa di fare un film come questo, anche se Noi Credevamo è sulla linea, ma in maniera diversa. Certo i tempi sono cambiati, ma diciamo pure che anche a quei tempi gli errori si vedevano lo stesso, non certo ideologici, ma certamente cinematografici. Il film fu fatto da Rizzoli per il centenario dell'Unità di Italia, propositi ottimi e di fatto fu preso del meglio per fare questa operazione: Sergio Amidei, Diego Fabbri, un appassionato storico e intellettuale più che dinamico come Antonello Trombadori, che aveva già collaborato con Rossellini, e poi lo stesso Rossellini, ma la retorica e il didascalismo, sta di casa qui, se non i trucchi posticci che rendono un cattivo servizio a molta parte della ricostruzione. Non si può negare l'interpretazione non eccessiva di Renzo Ricci, che alle volete riesce ad uscire dal guscio che gli hanno creato intorno, ma spesso deve fare i conti con le battute celebri, ed anche essendo un grandissimo attore, la cosa non è molto facile; un riscontro più eccessivo ed evidente è nei dialoghi messi in bocca a Franco Interlenghi con il suo personaggio di Bandi. Rossellini ormai poi era in fase di involuzione cinematografico, e da questo film stesso si intravede benissimo, con il senno di poi, quali siano stati i suoi traguardi che fra pochi anni metterà in cantiere.. Certo l'idea di fare girare ad un padre del neorealismo italiano un film come questo era grandiosa, ma già Rossellini si era distaccato facendo un cinema, bellissimo, ma molto diverso, quindi si erano fatti i conti senza l'oste!! E gli accostamenti al suo cinema neo-realista, tipo Paisà fatti da Amidei e dallo stesso regista (che addirittura avrebbe voluto un titolo come Paisà 1860!!) sono davvero fuori luogo, insomma idee sulla carta più che eccellenti, ma messe nei fatti, assolutamente inconsistenti; vedendo questa pagina di storia, io ripenso sempre alla parte data da Visconti ne il Gattopardo, era questa la chiave sensazionale di raccontare queste pagine, immergendola magari in un racconto melò giusto, a cui Rossellini ha dato qualche piccolo spazio, ma rendendolo solo un fatto isolato e poco amalgamato.
Oggi rimane un documento che, con i suoi difetti, racconta dei fatti e come tale si deve prendere, anche se penso che in Tv non lo abbiamo visto da svariato tempo... chissà come mai??!
La storia dello sbarco dei Mille, storicamente ineccepibile
Dispiace dirlo, ma non è riuscito a amntenere le sue idee che sulal carta c'erano tutte
Credibile ed alle volte vero e non solo una pagina di storia, peccato che le battute siano poco credibili, data la storicità, e non si sia più calcato sul problema Garibaldi e i rapporti con i Savoia che erano la vera chiave del film
Un po' ingessato
Figurativamente giusto, peccato, ma non per colpa sua, per i dialoghi. Un attore lui che ha avuto delle possibilià enormi nel nostro cinema , ma non so per quale colpa la sua carriera nel più bello si sia fermata
Rosselini la voleva riproporre cone la nuova Magnani, e qualche corda ce l'aveva, qui è stata doppiata e la sua scena di morte ricorda Roma Città Aperta, appunto.
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