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Il porno shop della settima strada

Regia di Joe D'Amato vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il porno shop della settima strada

di undying
6 stelle

Thriller erotico girato a basso budget ma valorizzato dalla bella fotografia e dal ritmo inflessibile, imposto da una buona sceneggiatura e da una superba regia...

 

locandina

Il porno shop della settima strada (1979): locandina

 

New York. Rico e Bob (Ernesto Colli), dietro suggerimento di Sammy, effettuano una rapina in un negozio. Per i due le cose si mettono male: infatti un Boss mafioso, in cambio del "pizzo" regolarmente assolto dal negoziante, libera due sicari che prontamente si mettono sulle loro tracce. Riparano in un porno shop, dal quale -dopo aver prelevato come ostaggio Lorna (Annamaria Clementi) la donna del mandante, nonché commessa- fuggono per recarsi, assieme a Sammy, a casa di Rico. Qui il terzetto trova, come ospiti inattesi, Faye (Brigitte Petronio), Sue e il fidanzato Frank (Christian Borromeo): tre studenti che hanno abusivamente occupato l'appartamento. 

 

scena

Il porno shop della settima strada (1979): scena

 

Sceneggiato dallo stesso regista in tandem con Tito Carpi, scrittore molto prolifico nel cinema italiano, con specializzazione in ambito bis, e diretto da Massaccesi, qui nascosto in regia dietro lo pseudonimo di Joe D'Amato mentre firma anche la bella fotografia con il nome di battesimo. Il porno shop della settima strada è un erotico -come titolo stesso suggerisce- a sfondo thriller. Se da un lato la produzione opta per inserire (come prassi dell'epoca pre e proto-porno) fugaci scene esplicite  (ovviamente realizzate con anonime controfigure), dall'altro Massaccesi e Carpi seguono modelli narrativi più thriller, soprattutto nella fase centrale del racconto: con il gruppo di ostaggi vittime del terzetto di criminali. L'ultima casa a sinistra -per certe derive di insano e malato erotismo- sembra essere il titolo di riferimento a cui guardano i due sceneggiatori. Qui però il regista rifugge dall'horror e dalla violenza fisica  (non avviene nessun delitto) e anzi sfiora l'inverosimile nel tratteggiare la deriva da "sindrome di Stoccolma" che sembra affliggere le tre ragazze prigioniere, ognuna delle quali finisce per fare buon viso a cattivo gioco, subendo l'influenza dei sequestratori. Anche il finale, con i due sicari giunti nell'abitazione è girato frettolosamente e al limite della parodia. Rimane, però, un film di Joe D'Amato, il ché significa che la sensazione fasulla di assistere a cose estreme (sessuali, ça va sans dire) accompagna senza soluzione di continuità la visione. Ecco allora che, morbose, diventano almeno un paio o più di situazioni: la scena della commessa tenuta sotto tiro di pistola da Rico e tormentata alle spalle -mentre è al telefono con il Boss!- con fallo di gomma da Bob (Ernesto Colli); la susseguente fellatio (con insert esplicito) di Lorna al sempre più stralunato Bob; il palpeggiamento/frugamento del nero Sammy sulla nuda Faye (una Brigitte Petronio che la sceneggiatura vuole essere vergine) e le ripetute stimolazioni  (poi interrotte) avanzate sadicamente da Rico su Lorna -una sensualissima Annamaria Clementi- che inducono la donna in uno stato di totale resa, con inevitabile capitolazione sul letto e a pancia in giù. Bruno Biriaco, in sostituzione (alle musiche) del più solidale (a Massaccesi) Nico Fidenco, realizza invece una colonna sonora anonima e insolitamente inferiore rispetto allo standard, più in linea con gli imminenti film a carattere puramente hardcore. Di film a basso -bassissimo- budget si tratta, come dimostrano anche le scene in macchina per le vie di New York, riempitive e derivate da qualche scarto di pellicola  (probabilmente un "mondo" movie). Ma questo diventa un pregio, un merito che ancora una volta (come già era accaduto per la serie apocrifa Emanuelle, interpretata da Laura Gemser, o per il mitico Buio Omega, girato lo stesso anno) dimostra come Massaccesi sia stato un buon artista, dotato anzi di rara professionalità e competenza tecnica, ovvero in grado di realizzare film decorosi con risorse scarsissime.

 

scena

Il porno shop della settima strada (1979): scena

 

Curiosità 

Annamaria Clementi e... lo striptease di mezzanotte
La bella Annamaria Clementi, per un certo periodo, ha turbato non poco il sonno degli italiani quando, prima d'essere scoperta in ruolo d'attrice, dominava, incontastata regina delle notti peccaminose, i sogni dei maschietti, prodigandosi in infuocati (per l'epoca) spogliarelli trasmessi a metà anni '70 su TeleAltoMilanese (Playboy di mezzanotte). Il debutto sul grande schermo lo si deve a Massaccesi che, per il suo Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977), la mette nei panni di suora destinata a finire tra le mani di cannibali che non esitano a torturarla per poi tagliarle un seno e servirlo come antipasto, prima di farne prelibato banchetto di carne umana.

 

scena

Il porno shop della settima strada (1979): scena

 

Il porno shop della settima strada è disponibile in una bella edizione Dvd targata Cinekult. La qualità video (16:9) è ottima. Il master -integrale e comprensivo degli inserti hard- è lo stesso utilizzato sul finire degli Anni '90  dalla Shendene e Moizzi per una delle edizioni da edicola (e in Vhs) del film. La durata della versione raggiunge il metraggio di 1h29m28s.

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