Regia di Adam McKay vedi scheda film
Ebbene, sono rimasto stupito da quanto sia efficace questa trasposizione cinematografica della più grande crisi del sistema finanziario capitalista di tutti i tempi. E' un film lucidissimo.
Il regista aveva una sola chanche di far capire al telespettatore occidentale di che cosa stiamo parlando.
Non è un documentario, un film che analizza le conseguenze sull'economia reale o un film che racconta i drammi sociali che il sistema drogato ha creato. Non è tutto questo perché il messaggio deve essere semplice e il più universale possibile.
Il film narra l'avvicinamento all'esplosione della bolla dei mutui subprime attraverso il racconto delle storie dei pochissimi furbetti e di broker che andando a spulciare tra la marea di carte dentro i sicuri pacchi di obbligazioni hanno trovato la più grande falla del sistema capitalista.
L'immedesimarsi nei protagonisti ''vincenti'' (che attenzione, hanno scommesso contro la stabilità delle obbligazioni gonfiate di titoli tossici e contro il mercato americano dei mutui, quindi si sono arricchiti su milioni di esseri umani che hanno perso TUTTO o quasi dalla crisi finanziaria diventata poi crisi dell'economia reale) può scatenare sentimenti di forte incazzatura per la complicità delle istituzioni a questo gioco al massacro alternati a godimenti per la ''vittoria del protagonista''.
Grazie a questo mix di sentimenti, chi esce dalla sala bene o male ha compreso il perché della crisi finanziaria del 2008.
Un film efficace che si conclude con questa frase che DEVE far riflettere:
''Nel 2015, numerose grandi banche hanno incominciato a vendere miliardi con qualcosa chiamato <<bespoke tranche opportunity>> che confermato anche da Bloomberg News è solo un altro nome per dire Cdo*.
*(ovvero <<i prestiti obbligazionari creati, usando la tecnica della cartolarizzazione, impacchettando una serie di bond o di derivati>> da il Sole24 ore)''
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