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La grande scommessa

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La grande scommessa

di axe
7 stelle

Durante i primi anni 2000, un gruppo di acuti finanzieri non solo seppe prevedere la catastrofe finanziaria, la quale innescò la tristemente nota crisi economica mondiale del 2008, ma anche, riuscì a guadagnarci. Il film, diretto da Adam McKay e ben interpretato, tra gli altri, da Christian Bale e Brad Pitt, è tratto dal libro "Il Grande Scoperto", di Michael Lewis; entrambe raccontano le vicende dei quattro investitori Michael Burry, Jared Vennet, Charlie Geller, Jamie Shipley, i quali, in momenti e modi diversi, diedero corretta interpretazione ai molti segnali che lasciavano intravedere la crisi dei mutui subprime - dalle scarse probabilità di essere onorati - connessa all'esplosione della "bolla immobiliare" statunitense e foriera di ulteriori e più gravi sciagure. Pazienza nell'interpretazione dei numeri, un particolare acume, la scelta di condurre indagini sul campo - ad esempio, tra gli inquilini "precari" della Florida - una certa eticità, consentirono ai protagonisti di uscire vincenti dalla vicenda, molto complessa e non di agevole comprensione, a causa degli argomenti trattati. Per facilitare lo spettatore a digiuno di economia e finanza, concetti e definizioni hanno spiegazioni che cercano di essere le più chiare possibili; la voce narrante e i personaggi fanno abbondante uso di esempi. Ammetto di non aver capito tutto, e di aver avuto necessità di approfondire con calma sul web; circa la crisi del 2008, comunque, immagino che più o meno tutti ricordiamo l'impatto che essa ha avuto non solo sull'economia, ma anche sul vivere sociale italiano. La "bufera", largamente preannunciata dalle notizie dei media, e probabilmente sottovalutata, è arrivata, generando povertà, disoccupazione, insicurezze. Ho sempre immaginato, che negli U.S.A. l'impatto della crisi sia stato ben più grave, nonostante una più rapida ripresa. Dunque, nonostante toni a tratti da commedia, la narrazione è angosciante, poichè rivela una ad una le avvisaglie della tempesta in arrivo. Cosa accadde è noto, e si rimane indignati nel comprendere non solo come la finanza "mainstream" dell'epoca procedesse spedita verso il baratro, ma anche che chi era incaricato di vigilare, non ha fatto il suo dovere. Il film è ambientato, per lo più, tra eleganti uffici finanziari, animati da eleganti e nervosi agenti finanziari, pieni di monitor - si direbbe che il film sia sponsorizzato da Dell e Apple - che mostrano statistiche in ogni forma. Come è stato possibile che sia successo ciò che è successo, nonostante tutti quei grafici, quei numeri, in grado di parlar chiaro ad ogni operatore del settore, esperto o meno che fosse ? La risposta è da rintracciare nei connotati stessi di un sistema economico, che avrebbe potuto sopravvivere e prosperare solo grazie ad un consumo smodato di risorse; finite le risorse, si è passati al debito; di lì a scommesse sulla sua sempre più improbabile onorabilità. Cosa avrebbe potuto fare una singola entità per impedire il collasso di un sistema affetto da mali endemici ? Nulla; pertanto ognuno ha pensato per sè, finendo inevitabilmente trascinato nel vortice. Di ciò il racconto fa denuncia, non accusando dunque singoli soggetti, ma spalmando la responsabilità sull'intera rete finanziaria statunitense ed evidenziando come le conseguenze abbiano travolto, soprattutto, tanta e tanta gente comune. Da vedere ... per non dimenticare.

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