Regia di Deniz Gamze Ergüven vedi scheda film
Nord della Turchia, un villaggio sul Mar Nero. Cinque sorelle e un bagno innocente che scatena un putiferio. Una punizione esemplare, la repressione che colpisce le giovani donne - alcune ancora bambine, altre in età da marito - e le condanna a ruoli prestabiliti. E poi la violenza, la ribellione, la voglia di libertà che supera la famiglia e trova vie di fuga… Difficile negare che Mustang sia il film perfetto per l’attuale momento storico: perfetto per raccontare l’attualità della Turchia, sospesa fra il progressismo delle aree urbane e il conservatorismo delle zone rurali; perfetto, ancora, per la riflessione sulla condizione femminile nell’Islam e più in generale nella società patriarcale. Ma difficile, anche, non vedere nel film di Ergüven un riflesso delle vergini suicide di Sofia Coppola, uno sguardo stilizzato che poco appartiene alla cultura turca. Non è un caso che Ergüven sia cresciuto in Francia, che il film sia co-sceneggiato dalla regista Alice Winocour o che le musiche siano di Warren Ellis: Mustang è la Turchia che guarda all’Occidente, che invoca la cultura pop e raffigura la donna come fonte di bellezza e luminosità. È un film furbo, certo, talvolta anche ingenuo. Sarebbe ingiusto, però, non riconoscergli la sua dote più bella: l’energia e la vitalità che scaturiscono dalle cinque, straordinarie protagoniste e che sole redimono un mondo oppressivo e tragicamente fuori dal tempo.
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