Regia di Deniz Gamze Ergüven vedi scheda film
Di solito non resto particolarmente colpito da questo genere di storie di dinamiche familiari dove vige un rigido e antiquato patriarcato e sistema di matrimoni combinati a cui molto spesso lo spettatore non può che limitarsi a rimanere semplice e impotente testimone dello sguardo distaccato del regista.
No, stavolta è stato fatto il passo decisivo verso un fortissimo e inaspettato livello di immedesimazione e affezione per le cinque protagoniste (belle e brave) da parte anche dello spettatore estraneo a quella cultura, grazie soprattutto al genio della regista Deniz Gamze Ergüven che conferisce alle ragazze un marcato carattere occidentale.
La vicenda fondamentalmente drammatica si sviluppa in maniera molto articolata e dinamica, con contrappunti di forte carattere da commedia necessari a creare delle pause dalle continue frustrazioni delle protagoniste e dal rinvio del piacere dello spettatore, fino al raggiungimento di un climax da cardiopalma (e lì mi sono sorpreso a stringere i pugni) ottenuto tramite i meccanismi di semina e raccolta degni di lode. Si ride e si piange insieme alle cinque sorelle che come noi al di qua dello schermo non riusciamo a comprendere le ragioni di cotanto accanimento per la conservazione di certe tradizioni obsolete che non portano alla felicità di nessuno.
A corredare il tutto ci pensa una fotografia curata al punto giusto e un montaggio davvero elaborato (soprattutto nelle sequenze più dinamiche) che mantiene la tensione costantemente a livelli altissimi e che promette a ogni taglio di non regalarci il “solito film turco” (che infatti è francese). Viva la France!
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