Karamakate, sciamano amazzonico e ultimo sopravvissuto della sua gente, vive da solo nel profondo della giungla. Privo di emozioni e di ricordi, vede la sua vita cambiare quando Evan, un etnobotanico americano, arriva nella sua tana alla ricerca della yakruna, una misteriosa pianta allucinogena in grado di far sognare chi la assume. Karamakate decide allora di unirsi alla sua ricerca e i due si imbarcano in un viaggio fino al cuore della foresta.
Detesto i film "d'autore", col loro inevitabile corredo di bianco e nero patinato, sottotitoli, lentezza e musica rigorosamente diegetica. Però, però... Se dovessi fare un'eccezione, nell'isola deserta porterei proprio "El abrazo de la serpiente".
Voto: 7
Rito iniziatico in possenti ambientazioni amazzoniche.Un'opera convincente, quasi un capolavoro. Parla un linguaggio essenziale, crudo, che, pur nelle sue sfumature, è però adatto a tutte le età e disvela alcuni princìpi della vita e della morte. Un mix di lingue e suoni quasi intraducibili, è stata lasciata in versione originale sottotitolata.
Cavalcando una canoa lungo il fiume Yari e facendo ripetute soste sulle sue sponde, i personaggi si muovono come in un western crepuscolare senza cavalli, lungo un percorso intimo ed esistenziale capace di ammaliare e scuotere i sensi, dove a farla da padrone sono l'imponenza dei paesaggi, e l'incomunicabilità tra due culture agli antipodi.
Potente affresco alla memoria di un mondo che non esiste più, tradizioni, usi costumi in sintonia con la terra che ci circonda. Un mondo rovinato da un colonialismo senza remore di sfruttamento incondizionato.
Bella e appropriata la scelta del bianco/nero.
Viaggio nel cuore della terra in cui convergono storia della civiltà, antropologia, avventura, aberrazioni del colonialismo, memoria del sangue, analisi dei sogni, musica e linguaggio delle sfere, il tutto sistemato con perfetto equilibrio in un film che appassiona. Un sogno, forte e chiaro come la luce del sole, dissipa le tenebre.
«Questo film è dedicato alla memoria dei popoli le cui canzoni non conosceremo mai».
L'immenso territorio dell'Amazzonia, con la sua storia e con il florilegio di culture in esso sviluppatesi nel corso dei secoli, è in buona parte un mistero per coloro che, oggi, vivendo negli stati dell'America Latina e volendo indagarlo a fondo, difficilmente… leggi tutto
Al di là della "bella fotografia" (giudizio, questo, che sono convinto suoni sempre come un rintocco funebre per un film), la pellicola di Ciro Guerra è in realtà un film molto timido e convenzionale. La regia accompagna senza sussulti i due/tre protagonisti nelle tappe della loro via crucis amazzonica senza sussulti nè soprassalti: la sensazione di già visto… leggi tutto
Il pianeta Oceano e il pianeta Deserto da una parte, e dall’altra il pianeta Foresta solcato da un mosaico d’intervallanti steppe, savane, taighe, praterie, brughiere: gli ominidi ominini scendono dagli…
La “Follia di Spagna” o semplicemente “Follia” è senza dubbio il tema musicale più utilizzato nella storia della musica, essendo particolarmente suscettibile di variazioni nella…
Detesto i film "d'autore", col loro inevitabile corredo di bianco e nero patinato, sottotitoli, lentezza e musica rigorosamente diegetica. Però, però... Se dovessi fare un'eccezione, nell'isola deserta porterei proprio "El abrazo de la serpiente". Sarà per la fotografia incredibile (voto: 10), per la recitazione rigorosa (voto: 9), per i dialoghi essenziali (voto: 8). O,…
Nella foresta amazzonica vive in completa solitudine Karamakate, sciamano di una popolazione ormai sparita o sottomessa ai coloni. Lui ha sempre rifiutato di venire a patti coi bianchi portatori di decadenza ed immoralità, e in questa totale solitudine si troverà, tuttavia, per due volte a distanza di 40 anni, ad accompagnare due studiosi alla scoperta della pianta sacra, la…
Il passato è un loto, potalo ed esso crescerà. “The OverStory” - Canopia, la SovraStoria, in italiano reso come “il Sussurro del Mondo”, volendo intendere [creando una…
Molto più vicini a noi della Luna, di Venere, di Marte, dei medicei satelliti galileiani di Giove e di quelli - Encelado e Titano - in orbita saturnina, degli altri sistemi solari e delle altre galassie che…
Partecipo piuttosto attivamente a questo bel sito di cinema dal maggio 2011, e da un paio di anni successivi a quella data, sono solito, ogni fine anno,… segue
Unico sopravvissuto tra la sua gente, Karamatake (Nilbio Torres) è uno sciamano che vive da solo nel cuore della selva amazzonica. Siamo nei primi anni del novecento, ed un giorno la sua quiete naturalistica viene interrotta dall’arrivo di Theo von Martius (Jan Bijvoet), un importante etnografo tedesco che sta svolgendo delle importanti ricerche in quel territorio sterminato.…
“Chi siamo noi per riscaldare un pianeta per inseguire un sogno, e poi raffreddarlo per nostalgia?” - Ken Liu Playlist dedicata a Giuseppe Lippi. (Antologia a cura di) Gardner Dozois (nato il 23 Luglio…
Non finirà. La sofferenza non finirà. La nausea non finirà. I brividi non finiranno. Il terrore non finirà. Crozier si contorce fra le coperte ghiacciate della cuccetta e vuole morire. …
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Nel cuore della foresta amazzonica un viaggio spiazzante in cui lo sciamano Karamakate, a distanza di qualche decennio e a bordo di una piccola imbarcazione, accompagna alla ricerca della fantomatica pianta della yakruna dapprima un etnografo tedesco, poi un biologo americano. L'itinerario snodato sul percorso serpeggiante del Rio della Amazzoni diventa metafora del cammino interiore, in cui…
“Mi interessava capire come nascono le storie e quale rapporto le lega alla realtà che le ha originate.” . I . Gli Uccisori del Mito. La Scienza dell'Uomo Bianco, ovvero: di Vulcani e…
Si è concluso il Riviera International Film Festival. Sono stati cinque giorni di proiezioni e workshop a ritmo serrato. Tutto esaurito alla cerimonia… segue
Sestri Levante non è un paese per turisti. Non soltanto. Non dal 26 al 30 aprile, giorni della prima edizione del Riviera International Film festival.… segue
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Detesto i film "d'autore", col loro inevitabile corredo di bianco e nero patinato, sottotitoli, lentezza e musica rigorosamente diegetica. Però, però... Se dovessi fare un'eccezione, nell'isola deserta porterei proprio "El abrazo de la serpiente". Voto: 7
leggi la recensione completa di andenkoRito iniziatico in possenti ambientazioni amazzoniche.Un'opera convincente, quasi un capolavoro. Parla un linguaggio essenziale, crudo, che, pur nelle sue sfumature, è però adatto a tutte le età e disvela alcuni princìpi della vita e della morte. Un mix di lingue e suoni quasi intraducibili, è stata lasciata in versione originale sottotitolata.
commento di scafoideCavalcando una canoa lungo il fiume Yari e facendo ripetute soste sulle sue sponde, i personaggi si muovono come in un western crepuscolare senza cavalli, lungo un percorso intimo ed esistenziale capace di ammaliare e scuotere i sensi, dove a farla da padrone sono l'imponenza dei paesaggi, e l'incomunicabilità tra due culture agli antipodi.
leggi la recensione completa di pazuzuPotente affresco alla memoria di un mondo che non esiste più, tradizioni, usi costumi in sintonia con la terra che ci circonda. Un mondo rovinato da un colonialismo senza remore di sfruttamento incondizionato. Bella e appropriata la scelta del bianco/nero.
commento di ripley2001Viaggio nel cuore della terra in cui convergono storia della civiltà, antropologia, avventura, aberrazioni del colonialismo, memoria del sangue, analisi dei sogni, musica e linguaggio delle sfere, il tutto sistemato con perfetto equilibrio in un film che appassiona. Un sogno, forte e chiaro come la luce del sole, dissipa le tenebre.
commento di Marcello del Campo