Regia di Ivan Cotroneo vedi scheda film
Secondo film per il cinema di Ivan Cotroneo, "Un bacio" è l'adattamento di un proprio romanzo per lo scrittore/regista napoletano dopo l'apprezzabile debutto con "La kryptonite nella borsa". I temi sono molto delicati e Cotroneo ci parla del mondo giovanile, delle piaghe del bullismo e dell'omofobia in una società ancora molto arretrata come quella italiana al giorno d'oggi, in una realtà provinciale come Udine, con la storia di un terzetto di amici che fanno gruppo per opporsi all'emarginazione subita dagli altri studenti, nutriti di pregiudizi, anche se ci saranno sviluppi imprevisti. Rispetto al primo film in sceneggiatura si avverte qualche incertezza in più, perché la definizione dei personaggi non sempre è nitida e non mancano stereotipi nella descrizione delle famiglie e dei rapporti disfunzionali all'interno di esse. Lorenzo, Blu e Antonio sono differenti maschere di un diffuso malessere giovanile, ma il loro aggancio con la realtà si rivela a tratti faticoso, nonostante le buone intenzioni siano indubbie. Lorenzo è un gay troppo esemplare, non offre particolari sorprese rispetto ad una tradizione ormai consolidata, mentre la tragedia familiare che ha colpito Antonio sembra presa di peso da "Gente comune" di Robert Redford e le apparizioni del fratello morto come cattiva coscienza risultano forzate, un espediente narrativo incongruo. Cotroneo recupera punti con la messa in scena al solito fantasiosa, con la fotografia di Luca Bigazzi e l'accompagnamento di belle musiche, con la sincerità della sua denuncia che nel finale alternativo che chiude il film riesce a scuotere la coscienza. È un film solo in parte riuscito, che però risulta comunque istruttivo e utile per la dedizione ad una causa tutt'altro che banale. Nel cast tutti volti nuovi o poco noti, diretti con convinzione ed energia, tra cui una menzione ai tre protagonisti Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani e Leonardo Pazzagli che offrono interpretazioni se non altro spontanee. In conclusione consiglio di vederlo pur cosciente dei limiti che ne riducono la portata emotiva e la coerenza espressiva; al cinema ha avuto in ogni caso poco successo.
Voto 6/10
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