Regia di Ivan Cotroneo vedi scheda film
In questo weekend le uscite davvero interessanti erano proprio poche e dovendo scegliere tra un biopic che immaginavo retorico all'inverosimile ("Race", che in ogni caso vedrò presto per verificare) e un film che si annunciava come un fresco prodotto giovanile peraltro firmato da un rinomato scrittore ("Un bacio", appunto) la mia scelta non poteva che ricadere sulla seconda opzione. Scelta che si è rivelata disastrosa. Il film è di una bruttezza desolante. Ma talmente irritante da avermi messo nella condizione di aver desiderato (specie nella seconda parte) più volte di interromperne anzitempo la visione ed uscire di sala. Da dove vogliamo cominciare? Da un universo giovanile che Cotroneo (padre ed artefice di tutta l'opera, figurandovi nella doppia veste di sceneggiatore e regista ) evidentemente conosce solo per sentito dire, vista la banalità con cui infarcisce ogni momento dell'opera (i vari ambienti, dalla famiglia alla scuola, sono avvolti in un'aura di luoghi comuni da fare impressione). Tutti i personaggi non hanno vera anima, sono solo figure cariche di una tensione drammatica fasulla e superficiale...e questa "tensione drammatica" è segnale di una terribile pretenziosità letteraria, direi anche di una presunta (presuntuosa) autorialità da parte del regista. Un affollamento di dialoghi quasi sempre ridicoli. Rapporti madri-figli improntati ad un fastidiosissimo acuirsi dei conflitti basato sul nulla, sul vuoto. Il film non ha un'anima, perchè le riflessioni che il ragazzo gay fa continuamente sono di un raffazzonato e di un ovvio tale che non ci si crede. Genitori che vivono in ruoli assurdi, con personalità che irritano lo spettatore. Figli stupidi e -in un'ottica politicamente corretta e largamente prevedibile- tutti sensibili e incompresi. La tematica antiomofoba e antibullismo (che ha conquistato molti critici dalla bocca troppo buona) è risolta in maniera (come dire) ad altezza di adolescente con vedute assai limitate. La protagonista femminile, al di là di un ruolo scritto secondo criteri per me imperscrutabili, è la sola che se la cava non male come attrice, perchè gli altri fanno tutti pena, a partire dai due maschi protagonisti, che sono quasi sempre imbarazzanti, per tacere poi degli adulti che oltretutto esibiscono un accento lombardo strascicato che li fa sembrare parte di qualche compagnia filodrammatica di provincia. Le musiche: banali e scontatissime. Il finale shock ? Lasciamo perdere (come pure l'aggiunta conclusiva col quadretto idilliaco di un mondo che avrebbe potuto essere tanto caruccio). E questo sarebbe il Cotroneo autore quotatissimo ed incensato dalla critica? Ma se è imbarazzante sia come sceneggiatore che come regista! Può essere che il film riscuota successo, ma immagino solo presso un pubblico ben identificabile, che è lo stesso di Amici della De Filippi. Sì perchè è decisamente da quelle parti che stiamo. In una sola parola: film desolante.
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