Regia di Maurizio Lucidi vedi scheda film
Che bella colonna sonora! Bacalov scrive ed i New trolls eseguono una partitura che diverrà dopo alcuni rimaneggiamenti il Concerto grosso, momento indimenticabile della carriera della band e dell'intera storia del progressive italiano, probabilmente la cosa migliore mai esportata a livello internazionale dal nostro paese in campo rock. Echi di questa composizione si sentiranno chiaramente anche nella successiva colonna sonora di Milano calibro 9 (1972). Del film La vittima designata, invece, c'è poco da dire di buono: si apprezza per l'accoppiata di protagonisti Pierre Clementi/Tomas Milian, ma rimane vergognosamente ricordato, piuttosto, per il clamoroso plagio che ne costituisce la trama. Ha infatti dell'incredibile il fatto che quattro soggettisti (Augusto Caminito, Aldo Lado, Antonio Troisio e il regista) e tre sceneggiatori (principalmente Fulvio Gicca, con la collaborazione di Luigi Malerba e Fabio Carpi) non si siano accorti di avere grossolanamente ricalcato la storia de L'altro uomo di Htichcock (sceneggiatura di Patricia Highsmith, 1951): la parola plagio, a ben vedere, non sarebbe assolutamente forzata in questo caso. Altro (piccolo) difetto: a Milian viene lasciata la propria voce, cosa che in effetti non aiuta. 3/10.
Stefano tradisce la moglie e vorrebbe lasciarla; avvicinato da uno sconosciuto, Matteo, gli viene fatta una proposta: un doppio incrocio omicida che risolva i problemi di entrambi. Matteo eliminerà la moglie di Stefano e quest'ultimo il fratello del primo. Stefano non accetta, ma Matteo esegue comunque; di fronte ai sospetti della polizia sul suo conto, Stefano è costretto a rispettare la sua parte del patto...
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