Regia di Jonathan Taieb vedi scheda film
Nella Russia odierna una giovane coppia omosessuale assiste per caso, dalla vettura che uno dei due sta guidando, al pestaggio di un ragazzo da parte di un gruppo di balordi, ma fugge poco dopo senza intervenire, nonostante le insistenze dell'altro passeggero.
Il giorno dopo, la coppia viene a sapere dai giornali che il ragazzo oggetto di aggressione e' poi deceduto a causa delle violenti percosse. Nell'animo dei due testimoni prende posto sempre piu' con forza un senso di colpa che diviene in uno dei due, giornalista free lance, il desiderio di indagare ed infiltrarsi all'interno di una inchiesta che minerà per sempre il suo apparentemente consolidato legame affettivo, e comprometterà la propria incolumità fisica e mentale, divenendo oggetto di ritorsioni e minacce sempre più concrete e letali.
Purtroppo Stand sceglie deliberatamente di raccontare senza mostrare conseguenze e senza fornirci adeguati chiarimenti su personaggi e protagonisti, finendo per addentrarsi all'interno di una indagine che rimane oscura e tetra, privilegiando le atmosfere alla concretezza dello svelamento di una indagine che rimane troppo celata e distante per poter appassionare come meriterebbe.
Il tema dell'omofobia in paesi intolleranti come la Russia e' già stata oggetto di film e documentari anche piuttosto noti ed e' senz'altro di nobili intenti, ma Stand non convince per l'incapacità o il rifiuto di andare fino in fondo, restando solo in superficie nello svelare il processo di indagine e di presa di coscienza da parte di un protagonista circuito e tradito da falsi amici che finiscono per intrappolarlo nella stessa morsa della vittima a favore della quale egli si sta battendo per la salvaguardia della verità e la condanna dei colpevoli.
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