Regia di Federico Fellini vedi scheda film
non hanno voglia di lavorare, e infatti non fanno niente tutto il giorno. sono giovani, belli e con voglia di donne e divertirsi anche se poi il cameratismo tra di loro sembra avere sempre la meglio. con fellini tutta questa solarità anni '50 si trasforma in un colpo in una sensazione funerea, come quando gli amici sono sul moletto davanti al mare in burrasca, soli, spiaggia deserta...
abbiamo dei visi che si riconoscono alla prima occhiata. con un bellissimo e sfortunatamente mai utilizzato troppo franco fabrizi. un signore, slirato, ma un signore. di quei nobili a cui rimane il ricordo della propria nobiltà e un blasone che per i più è un simboletto buono per offrirgli l'aperitivo.ricordo di averlo visto in quel di cortemaggiore, a pochi chilometri da dove abito, al mercatino che si svolge tutte le prime(o le ultime non ricordo mai)domeniche del mese. mi ricordo di aver detto alla persona che era con me: "guarda franco fabrizi". quella persona non lo conosceva, ma per chi bazzica di tanto in tanto la commedia italiana anni '60 è un viso(se non altro un viso)molto familiare.
al solito un signore. alto, coi capelli candidi, una dolce vita bianca sotto una giacca panna o viceversa, comunque in chiaro casual.
è lui il protagonista, svogliato, sfaticato, donnaiolo incallito e imbelle svicolatore di ogni responsabilità.
l'altro protagonista è franco interlenghi. bella faccia da proletario con la voce da adolescente ferma a quel cambio da bambino a giovane uomo. è un ragazzo stranamente appartato, con la perenne paura di essere di troppo, di offendere, che ha un incontro quasi fisso verso le tre di mattino con un ragazzetto che lavora alla stazione ferroviaria del paesello. moraldo(questo il nome del personaggio di franco)sembra a disagio nel non fare niente. sente il bisogno di andarsene da lì, dagli amici, dalla sorella infelice e tradita, fuggire dalla casta di vitellone. belle le sue scene col ragazzetto a guardare il cielo e a insegnargli i nomi delle stelle. moraldo è un ragazzo tormentato, magari innamorato. cos'avrà voluto dirci fellini? di fatto il ragazzetto sarà l'unico ad assistere alla partenza di moraldo verso chissà dove per chissà cosa...
abbiamo anche leopoldo trieste, intellettuale alla ricerca dell'occasione buona per poter fuggire dal paesello e andarsene a roma o a milano per cercare fortuna nel mondo del teatro.
alberto sordi ben lontano dalla sua maschera. la sua faccia truccata al veglione in teatro mentre fissa un faccione di carta pesta e quando fuori dal tettuccio della macchina fa il pernacchione ai lavoratori e poi la macchina si ferma. io mica lo sapevo che questa scena era in un film di fellini.
il parallelo con il bel film del sensibile e sofisticato vittorio caprioli, LEONI AL SOLE, si fa urgente. daltronde l'ho visto solo l'estate appena passata, ma nella mente era pressante.
il tentativo di fuggire ad una fine nota(mi vien da dire)fallisce. fausto(fabrizi)capitola e prende una strigliata dal padre, uomo vecchio e stanco, vedovo con una bambina piccola da allevare e crescere, che se devo essere sincero gliel'ho data anche io con tutto il cuore.
la storia si ferma qui, la vita continua. riccardo, albertone e leopoldo continueranno a vitellonare e fausto sarà un buon marito e un buon padre(forse).
moraldo sarà felice da qualche parte.
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