Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Fellini alla sua seconda regia 'solista' riesce finalmente a mostrare le sue grandissime potenzialità, offrendo un campionario di personaggi memorabili, che sono veri e propri stati d'animo prima ancora che uomini (l'ansia, l'nquietudine, la debolezza di fronte alle scelte importanti, la cosiddetta sindrome di Peter Pan). L'inserimento di aneddoti e dettagli autobiografici è solo un assaggio delle doti e delle qualità del regista riminese: sulla falsariga delle vicende dei Vitelloni nasceranno i racconti di Amarcord e di Roma, le fantasticherie dell'Intervista ed in generale la struttura autoreferenziale, ma sempre fortemente sarcastica (caratteristica impagabile del cinema di Fellini), di film come La dolce vita ed 8 e 1/2. I Vitelloni è un'opera sulla crisi quanto questi ultimi due: è quella dei ragazzi - non più adolescenti, ma ancora per nulla uomini - in cerca di un'identità nella piccola provincia: Fellini risolse ogni dubbio fuggendosene a Roma come il Moraldo del film, ma i vari Alberto, Leopoldo, Riccardo e Fausto non sono frutto di alcuna fantasia: sono personaggi realmente esistiti, semplicemente adattati per lo schermo. E' questo assoluto realismo che fa dei Vitelloni un grandissimo lavoro: la sua lucida analisi di un momento fondamentale della vita umana è spietata e disarmante, eppure il ruolo di Moraldo serve ad addolcire il discorso, ad aprire uno spiraglio di speranza e di positività. Siamo ad un passo dal capolavoro.
Cinque ragazzi di provincia, verso i trent'anni, non vogliono accettare di essere ormai uomini adulti. Fausto si sposa perchè la sua ragazza è incinta; nel frattempo la tradisce appena può e viene pure licenziato per aver cercato di mettere le mani addosso alla matura moglie del capo. Leopoldo ha ambizioni letterarie; quando conosce il suo idolo, un attore e commediografo avanti con gli anni, quest'ultimo lo invita ad appartarsi di notte in spiaggia soli loro due: Leopoldo fugge, e con lui ogni sua fantasia. Riccardo ed Alberto vivono in maniera simile: perdigiorno, fra momenti goliardici ed altri di assoluta depressione; Moraldo, stanco di questo vivere meschino ed ipocrita, una mattina parte in treno in cerca delle proprie reali ambizioni.
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