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Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi

Regia di Marcello Baldi vedi scheda film

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La recensione su Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi

di lamettrie
8 stelle

Una bella sorpresa. Satira sulla realtà, disgraziata, delle falsità della politica. Brioso, audace, questo film risente del clima liberatore e di contestazione che si respirava allora (nel ’72). Una bella commedia all’italiana, con attori di grande livello: Moschin, Cucciolla, Foa in tre parti diverse, Loy. Più tanti caratteristi bravi e una bella presenza femminile, tanto per le qualità recitativa,e quanto per la presenza estetica, con quella scollacciatura che i tempi allora iniziavano a permettere.

Il semisconosciuto Baldi qui firma un’opera di livello, anche per la velocità e la disinvoltura: non ci si annoia mai, anche grazie al montaggio e alle splendide musiche di Stelvio Cipriani. Fa sempre sorridere, dosando bene il grottesco, che mostra la non serietà delle versioni che devono apparire serie.

Si respira aria pura da anni ’70, anche per il riferimento alla lotta politica, che è il cuore del film. Infatti la politica appare per quello che è (o almeno è stata fino a due anni fa), con lo sguardo disilluso di chi manovra la democrazia, per quel teatrino che è: serve a manipolare il consenso elettorale, per legittimare invece delle trame che vanno contro gli interessi collettivi. Splendida, nella sua verità storica, è l’esibizione del continuo mercimonio di favori che l’affarista democristiano propone, per ottenere gli scopi suoi e del suo gruppo di potere. La convinzione, e la fiducia nell’impunità, della concussione appaiono per quello che sono stati alla prova dei fatti: merce di indubbio pregio, tale da profilare un alto guadagno, quando si entra in politica. Un reato che migliora la carriera, anziché bloccarla. Ricatti e favori vengono ben miscelati.

Il film è, giustamente, più incline a contestare il lato marcio del potere dell’Italia della prima repubblica: la Democrazia cristiana, che di fatto è alleata con i fascisti per la repressione del comunismo, e di un’uguaglianza e una giustizia reali. Ma la sceneggiatura (scritta dal regista, come il soggetto) non perdona gli equilibrismi dei comunisti, che anche loro, ad alti livelli, sono assai criticabili: oltre ad altri grandi motivi, anche perché sacrificano gli interessi dichiarati al fine di una spartizione del potere con i partiti capitalisti prima richiamati.

Una fotografia storicamente corretta della sciagurata prima repubblica, in un contesto ridanciano: una satira che non fa sconti. Un ottimo prodotto dunque, che per la propria carica di denuncia infatti è stato emarginato. Oggi si vede solo su Yuotube, per fortuna in buona qualità.

Gli italiani intrallazzoni e opportunisti, sempre pronti a tradire per il tornaconto personale, che si sforzano di apparire seri quando conta ma che in realtà sono volgari buffoni, fanno la figura che meritano. Che molto spesso ha permesso loro di essere classe dirigente, purtroppo.

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