Regia di Marcello Baldi vedi scheda film
Giuseppe Zeccarin, candidato DC alle prossime elezioni, viene erroneamente messo in lista come Giuseppe Zaccherin. Il partito trova un vero Zaccherin e lo convince a schierarsi fra le sue fila - puntando in realtà su un altro candidato - con un rischio di elezione prossimo allo zero. Zaccherin, comunista, non può dire di no. Eccetto che alla sua coscienza.
Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi è un film destinato a rimanere attuale nel corso dell'intera storia moderna della repubblica italiana. Sorta di presa in giro dei fumosi accordi di governo dei primi anni Settanta, funziona anche come parabola dell'ascesa e declino subitanei dell'Uomo qualunque post-secondo dopoguerra, oltre che della rovinosa e ridicola disfatta dei grillini all'inizio del ventunesimo secolo; in generale si racconta senza mezzi termini degli intrallazzi nel 'retrobottega' della politica nostrana (dove non esistono partiti, colori, cognomi: solo spartizioni fra potenti e ammanicati) e, in senso ancora più lato, dell'idiozia dell'italiano medio, populista e boccalone di natura, con il suo becero atteggiamento capace soltanto di favorire i giochi di potere dei soliti noti. Un sequel ridanciano del capolavoro semisconosciuto di Luciano Salce, Colpo di Stato (1969), se si vuole; con l'unico e macroscopico difetto di essere finito in mano a un mestierante di modestissime capacità come Marcello Baldi e di buttare i suoi importanti e pungenti argomenti costantemente sul terreno della nascente commedia demenziale, quella fatta di caratteristi-macchietta, parlate dialettali e gag culminanti in barzellette da bar. A prescindere dalla forma, però, la pellicola è di assoluto valore e ben superiore alla media delle commedie 'di satira' o presunte tali contemporanee (si pensi ad All'onorevole piacciono le donne, uscito quello stesso anno con la firma prestigiosa di Lucio Fulci); a nobilitare l'opera c'è un cast strepitoso, che non ha bisogno di commenti: Gastone Moschin, Arnoldo Foà, Nanni Loy, Riccardo Cucciolla e Paola Quattrini, per citare solo gli elementi principali. Da apprezzare anche le musiche di Stelvio Cipriani; sceneggiatura di Guido Leoni e di Baldi, che qui conclude la sua carriera di regista cinematografico: nel decennio successivo, prima di ritirarsi del tutto, girerà solamente una manciata di titoli per la tv. 4,5/10.
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