Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Titolo di culto da quando è uscito, "Il bacio della pantera" ebbe anche un seguito, "Il giardino delle streghe", che non è stato ricordato quanto questo lavoro diretto da Jacques Tourneur, e prodotto da Val Lewton, ma che molti cinefili reputano da dividere tra i due, per merito: la storia della slava Irena che ha qualcosa da nascondere nel passato, e pure nel presente, di cui l'uomo comune Oliver Reed si infatua, e sposa in fretta e furia. Ma grava sulla coppia una superstiziosa ombra, appartenente alle leggende delle terre da cui la donna proviene: ci sarebbe qualcosa di misterioso e animalesco in lei, ed in effetti, certi segnali sono inquietanti, come il terrore che gli animali provano quando si avvicina. Il film, più che un horror, è una storia fantastica con un alone romantico-malinconico, in cui, a ben vedere, la protagonista è una vera e propria vittima di qualcosa di atavico, di cui è inconsapevole portatrice. E chi si comporta male, in termini etici, è più il marito, e la scena del museo, in tale senso, è molto significativa. Tourneur fa parlare il non detto, inquieta lo spettatore con le allusioni, con ciò che non viene mostrato: molto cinema si è ispirato a sequenze come quella della piscina, in cui tutto ciò che può creare agitazione viene da ombre e quel che la macchina da presa non focalizza. Simone Simon, che qui interpretò il ruolo della vita, dà le giuste sfumature ad un carattere fino all'ultimo non del tutto comprensibile, ma per cui, nell'ottica di oggi, si arriva a simpatizzare, più che ad averne timore. Nel 1982 Paul Schrader ne fece un remake, di discreto livello, che sottolineava maggiormente gli aspetti erotici della vicenda.
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