Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Bianco e nero.
Bianco come la purezza che deve rimanere intatta nelle donne mutanti per non scatenare l'istinto animale e feroce che tengono represse nel loro animo.
Nero come il manto della pantera che silenziosamente si trasforma e in ombra uccide e si uccide.
In bianco e nero è questo capolavoro di Jacques Tourneur, “Il bacio della pantera” del 1942, che racconta la storia intrigante di Irina, una giovane donna serba facente parte di una antica stirpe di mutanti “proveniente dalla fine dei secoli”.
Irina si è trasferita da poco negli Stati Uniti, incontra allo zoo, davanti alla gabbia della pantera, Oliver, un giovane simpatico. I due ragazzi si innamorano subito e si sposano, ma Irina chiede a Oliver di avere pazienza con lei per eventuali approcci amorosi, che la sua natura antica e selvaggia le impedisce di essere una moglie a tutti gli effetti, deve riuscire a domare questo aspetto che non comprende fino in fondo e di cui si sente una vittima.
Oliver, che in un primo momento aveva sottovalutato le antiche leggende del popolo di Irina, dopo le numerose notti passate a dormire diviso dalla bella e seducente moglie, la invita ad andare da uno psichiatra.
L'analisi alla quale si sottopone Irina non fa altro che portare in superfici tutte quelle che sono le paure della ragazza: la consapevolezza di non poter amare senza dover per questo liberare la sua parte peggiore, la sua parte animale.
Irina non riuscirà a domare quella che è la sua natura, sarà la gelosia per una collega del marito a farla trasformare finalmente nella creatura che per anni aveva tenuta repressa: una pantera.
Molte le interpretazioni che si possono trovare su questo film, il primo su un tema che per gli anni a venire avrà un futuro glorioso: quello dei mutanti.
Donna repressa nella sua sessualità da una società antica e retrograda, che solo con la violenza su quello che sono le proprie convinzione e conoscenze può uscire allo scoperto.
Donna che può essere amata solo quando dimessa e remissiva, ma di cui si ha paura se mostra le unghie, le doti e la sensualità selvaggia.
Irina è una antieroina, se ne ha paura perché manca di controllo nei propri poteri, la sua natura è violentata da una passione travolgente, dettata da emozioni forti: amore, gelosia e passione.
Contemporaneamente Irina fa tenerezza proprio perché è la prima vittima della sua natura, che in qualche modo cerca di tenere prigioniera privandosi della gioia più grande quella dell'amore e del sesso.
Il film diventa un classico per come il regista ci racconta questa storia così scandalosa, se si pensa che il film è del 1942. Sesso, sensualità, repressione sessuale, tutto ci viene narrato in modo esplicito ma senza alcuna scena esplicita: una magia.
La paura è nascosta, non si vede mai, la pantera feroce è al sicuro dentro una gabbia, quando si libera viene uccisa; così la pantera che si nasconde dentro alla “gabbia” di Irina non si vede mai, si ode il suo ruggito, se ne percepisce la sua pericolosità, ma rimane nell'ombra, quando finalmente trova la libertà verrà uccisa.
Molte le scene che hanno fatto scuola per tutto un genere cinematografico, una su tutte quella memorabile della piscina: la collega di Oliver viene seguita all'interno di una piscina da Irina.
La donna si tuffa nell'acqua perché avverte la presenza di un'entità malefica, intorno a lei i riflessi dell'acqua, il ruggito della pantera, ombre e luci, un urlo liberatorio... a chi non viene un brivido lungo la schiena guardando questa scena ha qualcosa che non va.
Nella parte di Irina la brava Simone Simon, che già aveva lavorato con J.Renoir in “L'angelo del male” e che dopo questo film girerà con R.Wise “Il giardino delle streghe”, una vera dark lady dell'epoca.
Oliver è interpretato da Kent Smith che nel 1945 lo troveremo nel piccolo gioiello “La scala a chiocciola” di Siodmak... decisamente anni d'oro per il cinema noir e horror.
Jacques Tourneur non ha bisogno di presentazioni, negli anni '40 conobbe il successo grazie a tre film horror che hanno dato il via a un genere di gran successo: “Il bacio della pantera”-1942, “L'uomo leopardo” e “Ho camminato con uno zombie” del 1943, ha continuato la sua carriera cimentandosi anche con western e avventura, un noir da non perdere è sicuramente “Le catene della colpa” del 1947.
Tourneur, come anche altri registi del tempo, hanno costruito il mondo cinematografico inventandosi metodi per creare effetti speciali là dove effetti speciali non ve ne erano, non almeno come li intendiamo oggi, un vero maestro.
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