Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Primo di una lunga serie di film prodotti per la RKO da Val Lewton, assunto per realizzare prodotti horror di richiamo commerciale con budget striminzito, al di sotto dei 150.000 dollari, e con titoli forniti dalla stesso studio, che doveva riprendersi dal flop clamoroso dell'Orgoglio degli Amberson di Welles, di cui venne riciclato anche il set, Il bacio della pantera, nato quindi come horror di serie B, è un gioiello che ancora oggi non ha perso il suo smalto, conservando intatto tutto il suo fascino.
L'ingegnere navale Oliver Reed incontra allo zoo la bella e misteriosa Irena Dubrovna, che mostra una strana attrazione per la gabbia della pantera, se ne innamora e la sposa. La donna, però, si ritiene vittima di un'antica maledizione della sua terra, la Serbia, che la vorrebbe trasformata, se eccitata sessualmente, in una feroce pantera capace di uccidere il proprio amato. Oliver, tuttavia, ritiene queste solo paure infondate, e fa vedere la moglie da uno psichiatra, consigliatogli dalla collega Alice, da sempre segretamente innamorata di lui e a cui lui chiede conforto. La loro relazione scatenerà la furia di Irena.
L'orribile e il pauroso non accadono mai apertamente e, mai mostrati realmente, nascono in maniera sottile e si alimentano delle suggestioni e delle paure che il film riesce a creare e a istillare nella mente dello spettatore, grazie ad un sapiente uso delle luci e delle ombre, che spesso avvolgono i personaggi, soprattutto la protagonista, una magnifica Simon Simone, che ispira partecipazione e timore allo stesso tempo, e a scene memorabili ricche di trovate, come quella in cui Alice, nell'oscurità illuminata da pochi lampioni, si sente seguita fino a quando quello che pare un verso di pantera non è altro che il freno di un autobus, o quella in cui sempre Alice si crede attaccata in piscina. La stessa trasformazione felina di Irena non viene mai mostrata apertamente, rimanendo essa stessa un mistero.
Affascinante è anche il sottotesto sessuale basato sulla paura della propria sessualità che porta la protagonista a mai consumare il suo matrimonio e a temere anche solo di baciare l'uomo che ama, ma è paura anche di quella parte oscura e nascosta, recondita e sconosciuta, di noi stessi. E i miti e le superstizioni della nostra terra ci inseguono sempre, anche se quella terra è stata abbandonata. Ancora oggi un ottimo film, bello suggestivo e malinconico.
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