Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Ibrido fra neorealismo e melodramma, questo La vita ricomincia è un'opera atipica per Mattoli, specialista di commedie (di lì a poco diverrà uno dei principali registi di film con Totò) eppure perfettamente a suo agio con tematiche angoscianti e toni lacrimogeni. Fra i pregi da ricordare ci sono una solida sceneggiatura scritta proprio dal regista in coppia con Aldo De Benedetti (ma pare che abbia partecipato alla stesura anche Steno, sebbene nei titoli di testa il suo nome non compaia) e la coppia di interpreti centrali Alida Valli / Fosco Giachetti, coadiuvata da una spalla d'eccezione come Edoardo De Filippo. La Valli un paio di anni più tardi girerà Eugenia Grandet con Mario Soldati e la sua carriera spiccherà il volo a livello internazionale, venendo chiamata da Hitchcock per il suo Il caso Paradine. La vita ricomincia è melodramma nell'approccio delle problematiche, ma nella loro risoluzione si fa apertamente neorealismo: se l'intreccio è piuttosto convenzionale (un marito torna dalla guerra e scopre il tradimento della moglie, ma...), c'è da dire che la morale - che è poi il titolo della pellicola - è tutt'altro che sorridente o semplicistica: è anzi amara quanto mai, poichè 'la vita ricomincia' nel segno di una costruzione completamente nuova (dei rapporti, delle trame familiari, dei sentimenti perfino) dopo una tabula rasa del passato. Il che è, con ovvia evidenza, parimenti un messaggio da leggere in chiave politica: e qui è invece un incoraggiante invito alla ricostruzione di un Paese ancora scosso dalla povertà, dalle bombe e dagli slogan mussoliniani. 6/10.
Finita la seconda guerra mondiale, un soldato italiano torna dalla prigionia; ritrova la moglie e il figlioletto. Ma la polizia arresta la donna per omicidio e l'uomo si trova di fronte a una sconcertante notizia: in sua assenza la moglie, per poter curare il bambino malato, si prostituiva con un tizio che ora la ricattava.
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