La figlia d'arte Momoko Andô (il padre è l'attore Eiji Okuda ) al suo secondo film da regista realizza un vero e proprio poema fluviale di ben 196 minuti, focalizzato sulle peripezie di una giovane infermiera geriatrica (Sakura Ando, sorella della regista) rimasta improvvisamente senza lavoro e costretta a vagabondare per il Giappone sopravvivendo con astuzie e bontà d'animo trasformandosi pertanto in una sorta di badante "abusiva" (i primi minuti invece sono una sorta di prequel concettuale di Departures laddove la nostra infermiera accudisce meticolosamente, ove possibile, anziani prossimi al trapasso).
Momoko Andô costruisce un tessuto narrativo superficialmente molto semplice (sorta di road movie agrodolce) ma in realtà impregnato di significati e significanti arrivando a criticare e mettere in discussione la politica governativa di Shinz? Abe, in un momento storico difficilissimo per il Giappone contemporaneo (dalla crisi economica sempre più evidente al disastro di Fukushima).
0.5mm è a tratti un duro atto d'accuso al Giappone moderno che sembra aver dimenticato alcuni principi che dovrebbero essere intrinsechi nella mente e nella memoria del cittadino; ormai la tanto celebrata Keirou no hi (festa della terza età) è solo una data priva di valore con tantissimi anziani lasciati a morire in condizioni di totale abbandono (molto toccante la scena con l'anziano pazzarello -ruba biciclette in continuazione- diposto a farsi truffare purché rimanga in contatto con qualcuno).
Attraverso la figura dell'anziano la regista focalizza anche l'attenzione verso una popolazione ormai empatica e disinteressata al bene altrui: «i giapponesi d'oggi non aiutano il prossimo ma lo tolgono di mezzo» voice over registrata su nastro di un anziano professore, ex paziente della nostra protagonista. Dopo tutto anche la protagonista è un outsider dimenticata da tutto e tutti.
L'autrice, sempre mediante gli anziani, rievoca altresì l'oscuro periodo della seconda guerra mondiale, conflitto folle ed atroce (qui una possibile critica all'avvicinamento di Abe a politiche "belligeranti").
Opera sorprendente che nonostante l'elevatissima durata e le tematiche ostiche, riesce a non annoiare mai lo spettatore grazie soprattutto ad una regia minimalista in grado di catturare una moltitudine di situazioni variopinte laddove ironia e dramma si amalgamano estremamente bene.
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