Regia di Frank Capra vedi scheda film
"La vita è l'escremento noto a chi, decantandola, la incarna"(cit. Pauline Kael)
Il nemico del mio nemico è mio amico dice un detto; seppur non abbia mai condiviso un giudizio con Pauline Kael, in parte concordo con il suo parere che etichetta La Vita é Meravigliosa (1946) come una pellicola sentimentalista nazional-popolare. Dal canto mio, resta a tutt'oggi, insieme ad Accadde una Notte (1934), l'unico film di Frank Capra che ho visto. Dalla visione è trascorso del tempo, ma solo adesso sento la necessità di dover dire la mia.
La media dell' 8.9 sul sito, e vari voti alti dati anche da gran parte della critica, ne fanno un capolavoro del cinema riconosciuto volenti o nolenti. Se la stragrande maggioranza la pensa così, però non significa che abbia per forza ragione in proposito, ed invito i detrattori del film a farsi avanti (secondo me esistono) ed esternare le loro perplessità.
Cosa ha da dire al giorno d'oggi La Vita è Meravigliosa di Frank Capra? Ha ancora la sua ragion d'essere e la sua attualità?
Che il film sia popolare è fuori discussione, è il classico natalizio per eccellenza (qua un Italia secondo solo ad Una Poltrona per Due di John Landis) e un fenomeno radicato nella cultura nazional popolare mondiale e Statunitense in special modo, visto che si fa' portatore dei valori più puri del sogno americano.
Capra mescola insieme favola, realismo sociale, Dickens (Canto di Natale in primis) e una serie di richiami alla tradizione cristiana. Il risultato è un polpettone nazional popolare non sempre squilibrato, risultando un po' stucchevole alle volte, conservatore, retorico e buonista, che si pone come elogio incondizionato della vita piccolo-borghese di Bedford Fall, è in special modo di George Bailey (James Stewart) e di sua moglie Mary (Donna Reed).
A distanza di oltre 70 anni, nonostante l'apprezzamento quasi unanime, bisogna dire le cosa come stanno, La Vita è Meravigliosa risulta essere un film per lo più datato ed ideologicamente inaccettabile. Adatto forse a quei tempi quando la società era più semplice (ma il flop di pubblico indica che in molti non si fecero fregare), al giorno d'oggi invece ha poco o nulla da dire. In tempi odierni di pessimismo e di crisi economica, dove centinaia di imprenditori si sono suicidati e prospettive future non se ne vedono, la favoletta di Frank Capra mostra tutti i propri limiti ed è inattuale in tutto e per tutto. La crisi economica spazza via i legami di solidarietà ed amicizia, a favore della lotta spietata per la sopravvivenza, quindi Capra vuole rifugiarsi in una sorta di umanesimo solidale, grazie al quale nessun uomo è un fallito se ha degli amici.
L' insegnamento può essere giusto (seppur troppo idealista), ma il modo in cui é esposto é stucchevole quanto sempliciotto. Bailey insieme allo zio, gestisce una cooperativa di credito e ad un certo punto si ritrova travolto dalla crisi del '29, riuscendo a resistere per una settimana appellandosi alla bontà dei soci di essa. Se il film fosse una favola e dosasse la retorica al meglio, uno ci passerebbe anche sopra, ma il film si pone anche come analisi sociale ed in questo allora fallisce di brutto, visto che da una crisi economica non si é mai usciti facendo appello ai buoni sentimenti.
Frank Capra propone un capitalismo dal volto umano che fa' appello ai valori del sogno americano, che come tutti sappiamo, non è mai esistito.
Il problema della Vita è Meravigliosa è che tutto risulta troppo manicheo; c'è Bailey buono e retto (un James Stewart troppo stucchevole ed impostato), che difende ed aiuta in ogni modo i membri della cittadina, venendo avversato in ogni modo da Henry Potter, l'uomo più ricco della comunità, ritratto come una figura avida e senza scrupoli in modo abbastanza macchiettistico.
La sequenza più interessante naturalmente è la visione, che l'angelo di seconda classe Clarence Oddbody, mostra a Bailey di un mondo senza la sua esistenza, per impedirgli di commettere suicidio. È lo spezzone di film più interessante ed originale del film, poiché Capra prende un elemento tipico della letteratura, per dargli una forte impronta visiva di grande impatto, mettendo in scena una sorta di tetro incubo drammatico, che ha la funzione principale di mostrare come in realtà ogni singolo essere umano è strettamente interconnesso all'altro e quindi lanciare un forte inno umanista e alla vita.
La Vita è Meravigliosa, risulta essere una pellicola molto schizofrenica nel suo sviluppo, poiché parte come Quarto Potere (1941), scegliendo di narrare la vita di George Bailey dal giorno della sua (eventuale) morte, ma a differenza del personaggio di Welles che veniva narrato per flashback e flasforward, arrivando così a costruire un puzzle della personalità di Kane multiforme e relativo (e quindi l'impossibilità di poterlo conoscere a fondo), Capra adotta una narrazione lineare e semplice, come alla fine risulta essere la personalità di George Bailey, un uomo onesto e generoso.
Si arriva ad un finale che più irreale non si può, dove praticamente tutti diventano buoni e solidali verso Bailey, dovendo poi sorbirci frasi stucchevoli come ogni volta che suona un campanello un angelo ottiene le ali.
La visione della religione da parte del regista è paternalista e anche semplicistica, nel prologo vediamo Dio sottoforma di stella, mentre conversa con San Giuseppe e successivamente con l'angelo di seconda classe.
All'epoca il film fu un flop di pubblico e la ricezione critica fu contrastante. Venne giustamente sconfitto come miglior film è regia dalla pellicola I Migliori anni della nostra vita di Wyler, regista superiore a Frank Capra. Ovviamente successivamente è stato rivalutato dalla critica, anche per via di letture pessimistiche francamente fuori luogo e che cozzano con la visione iper buonista e semplificata dell'America e della vita che aveva tale regista e chiaramente visibili nel film, senza dover usare voli pindarici o analisi revisioniste. Una pellicola adatta per chi è fan del buonismo (È di registi come Spielberg), chi invece è pessimista e concepisce la vita come noia e dolore, potrebbe avere seri problemi e morire di diabete per troppo sentimentalismo.
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