Regia di Frank Capra vedi scheda film
La vita di George Bailey, un bravo ragazzo di Bedford Falls, immaginaria cittadina della provincia americana: dall'infanzia, durante la quale salva la vita al fratello, la giovinezza, quando s'innamora e sposa la dolce Mary, la maturità, nella quale, rinunciando agli studi universitari, rileva la piccola banca di famiglia, che gestisce insieme allo zio. Quando la banca giunge sull'orlo del tracollo, e sta per cadere in mano al turpe milionario Henry Potter, George medita il suicidio. E qui viene salvato, proprio alla vigilia di Natale, da un angelo custode di seconda classe, che gli mostra come sarebbero andate le cose se George, come da lui stesso auspicato, non fosse mai nato. Ha ancora senso, oggi, vedere e commentare il film natalizio per eccellenza? Direi di sì, soprattutto vederlo. Quanto a commentarlo, è già stato detto praticamente tutto, dalle interpretazioni sociopolitiche a quelle psicanalitiche, per concludere con il dibattito sul dubbio che si tratti o meno di un'opera minore di Frank Capra. A mio modestissimo parere, si tratta di una favoletta che si adattava particolarmente al periodo della ricostruzione postbellica, ma che per il suo ottimismo, molto sui generis, dal retrogusto amaro (il riccastro malvagio non subisce alcuna punizione) funziona benissimo ancora oggi. Probabilmente il film servì a Capra anche per voltare pagina dopo le pellicole di propaganda bellica (della serie "Perché combattiamo") che lo videro in prima linea, e di cui qualche immagine si vede anche in questo film (quando si parla del fratello eroe di guerra). E probabilmente si riverberano in La vita è meravigliosa le vicende finanziarie dello stesso Capra, legate ai rovesci della sua casa di produzione indipendente. Come fa notare Vito Zagarrio nel suo Castoro sul regista di Bisacquino, «nella realtà dello show biz non avvengono i miracoli di Bedford Falls». (26 dicembre 2007)
Grandissima prova di James Stewart, perfetto sia quando fa il bravo giovinotto sia quando s'incazza come una iena.
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