Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un nobile, che ha perso tutti i suoi averi al tavolo da gioco, accetta la proposta di un medico: fare da cavia a una cura sperimentale, che potrebbe anche provocare la morte; ma nei dieci giorni che lo separano dall’assunzione del farmaco fa amicizia con un vagabondo, scopre la bellezza del lavoro e si innamora di una ragazza che gestisce una fattoria. Ciò che colpisce soprattutto è il fatto che un film non solo realizzato ma anche ambientato in un momento così tragico (da un foglio di calendario si vede che siamo nel marzo 1943) possa essere così ingenuamente ottimista: la morale espressa alla fine, secondo cui si capisce il valore di qualcosa nel momento in cui la si sta perdendo, ha una disperata vitalità. Divertente la sottotrama con Anna Magnani attrice svenevole e Carlo Campanini che la corteggia goffamente. Ovviamente Alberto Rabagliati non si esime dal cantare qualche canzone, fra cui quella del titolo.
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