Regia di Paul Schrader vedi scheda film
E' sicuramente inferiore al modello dichiarato, cioè il capolavoro di Jacques Tourneur. Schrader, oltre che grosso modo la trama, ne riprende alcune situazioni o elementi stilistici, ma rimescolati e cuciti assieme in modo diverso. Di estraneo al modello c'è un certo tasso di violenza e di sangue, un po' di sesso, e pesanti cambiamenti sulla trama, soprattutto il fatto che lei ha un fratello affetto dall'identico male, il quale è attratto a lei da una passione incestuosa.
Al centro del film di Tourneur c'era il tema del male nascosto e latente dentro la protagonista, che si manifesta quando lei incontra l'amore, perché il male non sopporta l'amore. Per estensione, si parlava del male annidato nel cuore di ogni uomo. Scharader, invece, restringe il discorso al lato animalesco stretto, e ne indica l'origine in riti magico-pagani dei genitori dei due. Anche se ha un ritmo pacato (e una tensione moderata e altalenante), il suo film punta di più sullo spettacolo, e vuole mostrare e stupire. Il fascino del film di Tourneur va in gran parte perso sia per questo, sia per lo spostamento tematico.
Qualche sequenza è buona e tesa, qualche altra troppo lunga e ambiziosa, e la tensione si perde per strada.
La Kinski allora era all'inizio della celebrità ed è adatta come ragazza attraente ma irraggiungibile.
In generale è un film che si lascia vedere, e che ha tratti buoni accanto ad altri mediocri. Io comunque penso che un capolavoro o va rifatto e copiato pari pari, oppure è meglio lasciar perdere (e anche nel primo caso bisogna esserne capaci).
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