Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Eccoci alle prese con un horror elegante e al contempo truce che aggiorna e rende visivamente più spettacolare un vecchio film degli anni '40 di cui si dichiara fin dal titolo come remake. Oltre al vecchio film degli anni '40, a influenzare la pellicola sono tutta una serie di film sui licantropi, tra tutti Un Lupo Mannaro Americano a Londra, da cui viene ripresa la splendida trasformazione da umano a bestia (scena bellissima). A differenziare il prodotto dai canonici horror sono però due aspetti: il primo è il fatto che non si ha a che fare con lupi mannari bensì con pantere mannare (cosa che rende la pellicola molto più sensuale ed esotica); il secondo è costituito da una spruzzatina di erotismo con attrici spesso in topless (cosa non molto frequente per un prodotto hollywoodiano). Strepitoso, per scenografie e soprattutto per fotografia onirica, il prologo ambientato in un lontano passato in una location che pare essere l'Africa.
A dirigere il tutto c'è un fedele scudiero di Martin Scorsese (per il quale ha sceneggiato, tra gli altri, niente meno che Taxi Driver e Toro Scatenato): Paul Schrader, regista più a suo agio con il noir, ma qua abilissimo con l'horror anche se traspare una fortissima impronta noir sia per le ambientazioni urbane notturne, sia per la cospicua presenza della polizia che indaga su una serie di assassini truculenti (non manca lo splatter) e su una pantera fuggita dallo zoo rea di aver strappato di netto un braccio a un operatore (scena ripresa con dovizia di particolari in stile europeo/italiano) ed esser stata impiegata da un serial killer per bizzarri rituali.
Per gli amanti dello splatter segnalo una bizzarrissima autopsia a una pantera che ha nascosto nel ventre una sorta di nauseante sorpresa...
Schrader, con la sua equipe di sceneggiatori, lavora anche sulle caratterizzazioni dei personaggi (tutti piuttosto tristi e, a loro modo, dannati e infelici). In particolare abbiamo due licantropi molto diversi tra loro: uno è sanguinario e privo di scrupoli, l'altro resta sanguinario ma ha una sua coscienza ed è innamorata del protagonista. Quest'ultimo è un trentaquattrenne ancora alla ricerca del vero amore e che finisce per innamorarsi della persona sbagliata.
Finale tristissimo e pessimista, intriso di un innegabile vena poetica/malinconica, che sottolinea l'impossibilità di cambiare, nonostante l'impegno dei coinvolti, il destino e la natura delle persone.
Ottimo il lavoro nella regia (soprattutto per la dinamicità e la tecnica di ripresa), l'unica pecca è forse da ricercare in una prima parte un po' troppo lenta. Nell'ultima parte di film Schrader ricorre a tutti i trucchi tipici dei film horror (rumori improvvisi, suggerimenti di attacchi letali che poi non ci sono).
Interpretazioni sufficienti, non esalta più del dovuto neppure McDowell (il protagonista di Arancia Meccanica, per intenderci).
Colonna sonora di David Bowie sufficiente e musiche più che sufficienti anche se tendenti al commerciale del nostro Giorgio Moroder. Eccellente la fotografia (nel prologo è da urlo).
Non conosciutissimo, ma consigliato non solo agli appassionati di horror. Voto: 7.5
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