Regia di Dino Risi vedi scheda film
Capolavoro di Risi
Dino Risi è stato un regista geniale e In tutti i suoi film si possono rintracciare intelligenti spunti di riflessione e acuti approfondimenti sociali e di costume,nonchè valutazioni politiche,questo non è da meno anzi è da molti considerato il migliore. Attraverso la storia personale di un giornalista ex partigiano, si leggono vent'anni di vita di un paese,che da poco si era lasciato la guerra alle proprie spalle , con tutte le vicende chiave dell'Italia di quegli anni: il referendum che vede la vittoria della Repubblica, le elezioni del 18 aprile '48, le lotte di classe che porteranno in prigione il nostro idealista "Magnozzi"alias Sordi, l'inserimento e l'integrazione nella ditta del suo vecchio, ricco nemico, mentre nel frattempo il suo matrimonio scricchiola.E' un ritratto sincero e spietato di una fetta grande della nostra società perbenista ,borghese, ipocrita e avida, che vivacchia e parassita, senza una briciola di amor proprio,all'ombra del potente di turno.Sordi è grande ma il film è corale e gli altri, Volonghi, Massari, Fabrizi,non sono da meno, per questo riuscito affresco graffiante e caustico.Alcune scene "cult" sono entrate,a buon diritto,nella storia del cinema italiano,: Sordi che cerca di superare , un esame di ingegneria,confidando inutilmente nella benevolenza degli esaminatori,ma la guerra è finita e con essa certe "agevolazioni"oppure quando ubriaco,sputa al centro della strada contro le macchine che gli passano vicino, esprimendo così disincantato, disilluso e arrabbiato, tutto il suo disappunto, poi l'apoteosi del film, il solenne schiaffo assestato al commendatore,"suo "datore di lavoro"personaggio sordido,e squallido,"padrone" arrogante e prepotente,che tratta i suoi sottoposti, alla guisa di schiavi.Atto estremo, che gli farà perdere il lavoro, ma gli consentirà di riprendersi la dignità perduta e lo riscatterà,in parte, per tutte le umiliazioni subite.
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