Regia di Ken Loach vedi scheda film
Nell’Inghilterra del 1750 il delinquente Black Jack, scampato fortunosamente alla pena di morte, rapisce un il piccolo Tolly e si dà alla macchia. I due incontrano una ragazzina e si uniscono a una compagnia di girovaghi.
Pur non essendo uno dei più celebri – né dei migliori, in tutta franchezza – titoli licenziati da Ken Loach, Black Jack è un’opera ben diretta e dalla storia avvincente, non priva insomma di appeal sullo spettatore. Certo però che il cinema di Loach, generalmente politico o quantomeno impegnato, è distante anni luce da questa storia avventurosa tratta da un romanzo, omonimo, per l’adolescenza scritto dall’autore britannico contemporaneo Leon Garfield e uscito appena una decina di anni prima del film. Se non altro con Black Jack Loach, già regista principalmente di lavori per la televisione e sporadicamente impegnato sul grande schermo, abbraccia definitivamente il cinema, che diventerà da questo momento in avanti il suo, diciamo così, primo mestiere. Con una sceneggiatura scritta dallo stesso Loach questa pellicola narra le vicende di un ragazzino scapestrato ambientate nel Regno Unito di due secoli precedenti, utilizzando toni grotteschi che presumibilmente avrebbero fatto la gioia di un Terry Gilliam, ma che nel mirino di Ken Loach finiscono per andare piuttosto fuori dal bersaglio. John Young, Jean Franval, Doreen Mantle, Louise Cooper e il piccolo Stephen Hirst sono gli interpreti principali; a Cannes 1979 arriverà comunque il premio Fipresci. 4/10.
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