Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Il primo corto realizzato da Chaplin per la First National contiene in nuce il germe dei capolavori futuri: l’incontro fra tre reietti, ossia un vagabondo, una cantante e un cane (Il monello non farà che sostituire un bambino al cane), che sono costretti a vivere in un contesto ostile popolato da poliziotti e da omaccioni prepotenti ma che vengono assistiti da una fortuna insperata. L’identificazione fra il vagabondo e il cane viene sottolineata dal montaggio alternato iniziale, con il risveglio di entrambi; ma anche la ragazza non è una vamp, non appartiene al mondo dei vincenti, tanto che il padrone del locale in cui lavora la licenzia per la sua incapacità di intrattenere i clienti. Fra le scene da ricordare: quella all’ufficio collocamento, dove Charlot dimostra tutta la sua inadeguatezza alla lotta per la vita; quella del ballo con il cane legato al guinzaglio, che verrà ripresa (e migliorata) in La febbre dell’oro; quella in cui Charlot recupera il portafoglio ai due ladri, usandone uno come fantoccio da animare. E, per scongiurare il rischio di un finale troppo idilliaco, c’è quell’inquadratura a sorpresa sulla culla.
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