Regia di Han Han vedi scheda film
The Continent è un film cinese del 2014, scritto e diretto da Han Han. Il film è stato presentato al Far East Film Festival di Udine nel 2015
Sinossi: Hu Sheng, Ma Haohan e Jiang He sono tre giovani amici che vivono in una piccola e modesta isola, lontana annni luce dalle megalopoli moderne ed ultra-tecnologiche. Un giorno approfittando del trasferimento forzato di Jiang He (unico professore dell'isola, è stato trasferito in una città sulla terraferma) tutta la combriccola decide di abbandonare l'isola ed iniziare un'avventura on the road per il paese...
The Continent segna l'esordio cinematografico del "ragazzo meraviglia" Han Han, vero e proprio idolo della generazione anni Ottanta; l'autote, classe 1982, è un ragazzo di Shanghai cresciuto nell'era post Mao, parla inglese e non ha paura di sfidare le istituzioni come dimostra il suo curriculum accademico ossia due bocciature e ritiro da scuola per dedicarsi a diciassette completamente alla scrittura. Nel 2000 un po' a sopresa esce il suo primo romanzo Le tre porte, oltre venti milioni di copie vendute e da questo momento in poi Han Han non si ferma più scrivendo altri cinque romanzi, poi apre un blog (il più letto in Cina), diventa un pilota di rally professionista (con buoni risultati), fa l'influencer, il discografico ed infine il regista ottenendo subito al primo colpo il sesto incasso della stagione cinematografica cinese (supera i cento milioni di dollari) unito al plauso di molta critica autoctona.
The Continent si presenta come un classico road movie proponendo tematiche ricorrenti: dall'importanza viaggio, all'incontro con personaggi singolari fino al raggiungimento di una tanto agognata autoconsapevolezza.
Questi vari archetipi, vengono messi in scena con uno stile estremamente elegante, a tratti autoriale dove è evidente un richiamo ad un certo cinema di Jia Zhangkè, qui presente (cosa assai rara) in un cameo nelle vesti di un boss mafioso cinico ma estremamente saggio.
Han Han sceglie di proiettare nei suoi protagonisti un attegiamento in primis propositivo e volto all'azione; i tre ragazzi sono determinati a cambiare vita ma in realtà nelle loro scelte si nasconde molta malinconica e nichilisto, aspetto tipico della sua produzione letteraria. Inoltre già a partire da questo film, troviamo tanti richiami autobiografici (situazione predominante del suo cinema), ad esempio Ma Haohan, il più volitivo dei tre, custodisce gelosamente una vecchia auto e si dimostra pilota provetto oppure nel finale Jiang He da sventurato professore di campagna si trasforma in un intellettuale di successo alludendo al percorso del regista.
The Continent pur mantenendo un tono agrodolce, si distingue per una serie di scene molto ironiche; ironia che poi troveremo in dose maggiore nei suoi due film successivi (Duckweed e Pegasus).
Un altro tema importante, anche in questo caso sviluppato maggiormente in futuro, è l'amicizia tra giovani; i tre protagonisti sono molto legati (soprattutto Jiang He ed Ma Haohan), si conoscono da piccoli ed insieme proveranno a cambiare le loro vite.
All'inizio del film inoltre si accenna ad una tematica che poi diventerà il centro nevralgico del cinema di Han Han, ossia il rapporto padre-figlio (con Ma Haohan protagonista).
Han Han dimostra tutta la sua poliedricità sfoderando una regia virtuosa e dinamica; nel film abbondano (alla lunga esagera) campi lunghissimi ed inquadrature a piombo atte ad evidenziare la confusione in cui versano i protagonisti.
Non mancheranno poi scene concitate: pensiamo quando i nostri "eroi" scapperanno dalla polizia (per sbagliano passano la notte in un motel che si rivelerà essere un bordello), il tutto ripreso con macchina a mano.
Impossibile anche non menzionare il vistoso piano sequenza con carrellata orizzontale che segue in lontananza i tre amici passeggiare insieme ad una loro vecchia compagna, e si trovano su di un set cinematografico (la loro amica lavora come comparsa)
Han Han presta anche la massima attenzione ai luoghi; il regista ci mostrerà tantissimi interni decadenti, ancora metafora dell'animo dei soggetti; interni alternati a maestosi paesaggi desertici non immediatamente identificabili con la Cina ma dal quale traspare l'amore per questi luoghi insoliti.
Esordio complessivamente interessante, inserito all'interno del circuito commerciale in grado di appagare pubblico e critica.
Visione consigliata se volete incominciare a conoscere una delle personalità pubbliche più amate ed apprezzate tra i giovani cinesi.
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