Regia di Konrad Wolf vedi scheda film
E' la riduzione cinematografica del romanzo di un'ebrea scappata negli Stati Uniti. Si tratta di un'analisi su come il nazimo potè diffondersi e affermarsi nella spaesata società tedesca dei primi anni '30. Una sua base d'appoggio fu certamente la traballante economia e la povertà strisciante, ma anche una mediocrità di vita generalizzata, unita ad un prestigio nazionale fortemente danneggiato dalla pace di Versailles del 1918. Fertile terreno, questo, per la diffusione dell'ideologia nazionalsocialista, che prometteva un riscatto ai tanti delusi e frustrati della società di allora. La pellicola, tuttavia, racconta tutto ciò visto dalla prospettiva di una donna che di politica e delle grandi questioni non capisce molto, ma che ha dentro di sé una senso del bene e del male abbastanza chiaro e istintivo. E' per questo che davanti alla scalata politica del marito qualcosa non le torna, un non so che stona dentro di lei e la fa sentire a disagio, prima che capisca esattamente di cosa si tratti.
La prospettiva del racconto, che è quella personale attraverso gli occhi della protagonista, consòna con la vocazione del regista Konrad Wolf, sempre attento all'interiorità dei suoi personaggi, ai sentimenti e ai moti dell'anima. La storia lo interessa, ma non in senso epico o come grandi eventi, bensì come essi vengono vissuti dal singolo, dentro e fuori.
Qualche sbavatura ideologica è da attribuirsi al clima fortemente ideologizzato che regnava un po' ovunque negli anni '50, perché il regista mantenne quasi sempre nei suoi film una distanza asettica, senza criticare e senza appoggiare il regime filo-sovietico della Germania Orientale. Ciò non gli impedì di essere molto apprezzato in patria, e gradualmente, ora, anche all'estero. E' chiara, tuttavia, la sua condanna del nazismo e dei metodi che usò per imporsi tra la gente e sulla gente, e questo "Lissy" rimane un interessante studio su un periodo storico per come fu vissuto dagli individui.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta