Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Bel noir del grande Hathaway, un nome che è una garanzia. La tensione è costante dall'inizio alla fine, con alcuni picchi, che sono anche scene particolarmente riuscite: ad es. la fuga in ascensore dalla rapina iniziale, o la sequenza finale, dove i gangster si appostano in macchina fuori dal bar, abbassando il parasole del finestrino in modo proprio inquietante. Il Mereghetti parla di sottile amoralità della sceneggiatura, ma in realtà questa amoralità non c'è. Se mai, la sceneggiatura affronta un sottile problema morale, e anche lo risolve in modo morale. Il quesito è cioè se il comportamento del protagonista sia corretto, quando decide - dopo molti tentennamenti - di collaborare con la polizia e di rivelare il nome dei complici. La risposta è sì: se si tradisce un amico o una brava persona è ovvio che si compie un male, ma non se si smascherano dei delinquenti che non hanno niente di nobile e di buono, che anzi possono compiere altri crimini finché non vengono assicurati alla giustizia. Buona l'interpretazione del giovane Richard Widmark nel ruolo del malvivente sadico e beffardo. Una magra figura la fa la giustizia americana, che, a causa di qualche cavillo probatorio, lascia in libertà delinquenti conclamati. Non ho voglia di vedere il rifacimento del '95.
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