Regia di Mario Brenta, Karine De Villers vedi scheda film
Documentario di creazioni, trasformazioni, epifanie. Brenta e De Villers, da qualche anno compagni di sguardo, effettuano cinque settimane di riprese presso la Compagnia Pippo Delbono, durante le prove per lo spettacolo Orchidee. Il gesto filmico e quello teatrale a tratti si sovrappongono, incentrati entrambi sull’atto della creazione in palcoscenico: le aperture dei testi di Delbono, che proprio attraverso le prove delinea il proprio lavoro, concedono ampi spazi all’uomo dietro l’attore, alla sua libertà creativa. Il corpo è territorio liquido, mutevole, in perenne moto ondivago tra identità di gender, ricerca di senso e collocazione nello spazio. Ma il punto dell’operazione è soprattutto un altro. Lo spettatore assiste a una trasformazione on stage dalla forma teatrale a quella cinematografica: la macchina da presa seleziona porzioni di scena, di corpi, di emozioni, costruendo un racconto politico, etico, segnico e linguistico che scorre parallelo allo spettacolo e con esso entra in dialogo, in tensione, tra mise en abyme (riprese di attori sul palco, alle cui spalle scorrono immagini di riprese altre) e selezioni arbitrarie di materia umana e scenica. William Shakespeare e Charles Bukowski, Enzo Avitabile e Antony and the Johnsons, Marilyn Monroe e Pier Paolo Pasolini, Ennio Morricone e Diego Armando Maradona, la Roma imperiale e futuri possibili: Corpo a corpo è l’espansione di un testo espanso, tentativo intellettuale di indubbio valore.
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