Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
E' un film piuttosto cattivo, e non privo di accenti di sgradevolezza, soprattutto nella seconda parte. Io attribuisco queste caratteristiche, non molto frequenti in Bunuel, al rancore che il regista doveva portare alla Spagna di Franco. Invitato in patria dallo stesso dittatore, pare che abbia fatto apposta così per provocarlo.
Detto questo, è un film complesso che non mostra chiaramente dove voglia andare a parare. Probabilmente la pellicola vuole far vedere che vivere una vocazione religiosa, dentro o fuori il convento, è un proposito impossibile destinato al fallimento. Le stesse suore e la superiora remano contro; all'inizio, ad es., è proprio la seconda a premere perché Viridiana vada a fare visita al solitario parente uomo, esperienza che come minimo presenta degli interrogativi e dei rischi. Addirittura la esorta ad "essere affettuosa" con lui, che è un'espressione gravida di ambiguità. La vita di Viridiana giunge in breve ad un cocente fallimento, sia come suora di convento che come operatrice di carità, il che potrebbe rappresentare la totale sfiducia del regista nella realizzabilità dell'esperienza cristiana. Il messaggio quindi ci sarebbe, ma non è per nulla didascalico, e anzi bisogna spremere bene il film per poterlo far stillare dai suoi contenuti. Sebbene quindi non abbia trovato piacevole l'episodio della cena o certe altre idee (il crocifisso che nasconde un coltello), il film non ha disturbato particolarmente la mia coscienza di cattolico. Quello che mi dà fastidio, normalmente, è infatti il voler far vedere a tutti che le cose stanno così, ma Bunuel non è certo il tipo da usare questi sistemi. Si viaggia sul filo di rasoio dell'offesa alla fede, ma non lo si supera mai veramente.
Il personaggio dell'uomo solitario ed eccentrico che ha qualche piccola o grande mania in campo sessuale è un tipo che compare più di una volta nei film del regista spagnolo: si pensi al nobile di "Bella di giorno", o ai protagonisti di "Estasi di un delitto" e "El". Altro elemento caratteristico bunueliano è la ricorrenza di un oggetto nel corso del film, cioè la corda per saltare della bambina. Per come conosco il regista, deve proprio essere uno dei suoi simbolismi senza significato.
E' un film piuttosto cupo e senza umorismo, fatti che fanno ancora pensare ad un malanimo di Bunuel mentre lo girava. E' da vedere, ma sgradevole, e quindi non è tra quelli del regista che mi appassionano e che guardo più volte.
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