Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Viridiana è una suora che prima di prendere i voti viene invitata dallo zio, che le ha pagato la permanenza al convento, a passare qualche giorno nella sua villa; essa arrivata da quest’ultimo però si vede violentare dallo stesso che in seguito si suiciderà. Rimasta sconvolta da questo avvenimento, Viridiana perde molta convinzione nella fede intesa oralmente e si dedica esclusivamente ad aiutare i poveri concretamente ospitandoli nella villa del parente deceduto; ma anche i dodici poveri che incarnano metaforicamente i dodici apostoli non si riveleranno esserle grati; così la povera Viridiana perdendo ogni convinzione nella religione si abbandonerà in un rapporto triangolare quasi liberatorio con il cugino e l’amante di quest’ultimo.
Totalmente dissacrante e pessimistico il diciassettesimo film di don Luis è una delle tante feroci accuse contro la religione per antonomasia che è descritta come la più debole ed esitante. Considerato il miglior film del primo Bunuel, “Viridiana” vince la palma d’oro al festival di Cannes 1961 e incassa come al solito numerose critiche proprio sulle altrettante accuse che il regista fa a proposito della religione cattolica; il film viene però apprezzato unanimemente per l’ottima recitazione e fattura di cui è composto.
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