Regia di Kane Senes vedi scheda film
Più un southern, che un vero western. Ambientato nel intrigo boschivo del Texas post Guerra Civile, Echoes of War sembra più in debito con il fatalismo goticheggiante dei drammi sureños di Tennessee Williams o Faulkner o McCarthy. Non ci sono banditi, sceriffi, banche da assaltare, strade deserte, polvere e villaggi messicani, bensì pascoli, boschi fitti e molta umidità. Non ci sono i ranch, ma le grandi magioni bianche del sud degli Stati Uniti, simbolo di decadenza civile, morale e politica.
Tornato dalla guerra, il protagonista, Wade Riley, interpretato da James Badge Dale riabbraccia la famiglia, ma la festa dura poco. Infatti, poco più in là, al confine con le loro terre, vivono i McCluskey, con capofamiglia il laido William Forsythe, che dopo aver perso tutto per colpa della guerra rubano gli animali presi in trappola dai Riley. Quando Wade scopre che la loro attività è messa a rischio dai McCluskey, inizia una guerra intima e privata tra le due famiglie, mitigata in parte da Abigail Riley e Marcus McCluskey, a cui danno volto Maika Monroe e Rhys Wakefield, giovane attore australiano di talento che si era già fatto apprezzare come fratello protettivo in The Black Balloon (2008) e come capo dei psicopatici del primo The Purge – La notte del giudizio (2013). Una sorta di Romeo e Giulietta che nulla potranno per avvicinare e riappacificare le famiglie.
La tragedia è dietro l’angolo e come ogni buon southern, il fatalismo e il peso della storia e delle proprie esistenze, schiacciano i personaggi contro lo scenario rigoglioso e intrigato della vegetazione meridionale senza lasciare loro scampo. Pur essendo un film lento e verboso, ha una magia di ambientazione non indifferente, anche se vanno segnalati i limiti di una produzione di secondo livello che fa di necessità virtù dosando l’azione a favore del dramma e concentrando solo sul finale l’esplosione della tragedia. Poteva bastare un cortometraggio.
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