Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Una musica squillante, un po’ incongrua rispetto all’argomento, accompagna i titoli di testa. Segue la voce off di Gino Cervi che con qualche prolissità illustra l’attitudine alla violenza della generazione cresciuta in tempo di guerra. Seguono tre episodi dall’ambientazione internazionale: abbastanza simili tra loro quello francese e italiano (giovani di buona famiglia diventano criminali per noia e avidità); più originale quello inglese (un disadattato compie un delitto perfetto e poi ne scrive il resoconto su un giornale per smania di protagonismo), che addirittura anticipa lontanamente Blow-up (un cadavere trovato in un parco, l’ultima inquadratura su una partita di tennis). Un film incerto, con qualche spunto interessante; per le ambizioni sociologiche ricorda Gioventù perduta di Germi, ma senza il versante poliziesco. Comunque, essendo stato ampiamente rimaneggiato, è difficile da giudicare.
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