Regia di Mila Turajlic vedi scheda film
Come afferma Jacques Rancière in un cartello collocato in apertura: «La storia del cinema è la storia della capacità di creare la storia». Il documentario di Mira Turajlic è un’esplorazione archeologica nella genesi e nell’affermazione di un’ideologia assolutista radicalizzatasi attraverso la propaganda cinematografica di regime, strumento di consenso capillare cui aveva attinto nei decenni addietro, tra gli altri, l’Urss comunista. Ed è proprio dai modelli di strumentalizzazione filmica collettiva di Stalin che la dittatura di Tito incorpora le grammatiche e i soggetti da proporre ai propri sudditi. Inizialmente in coproduzione con la madre Russia, il cinema jugoslavo poggia le basi sulla Avala Film e sulla sua città del cinema, polo industriale di livello mondiale oggi ridotto a discarica. In seguito alla scissione antistalinista operata da Tito, i modelli narrativi vengono contaminati da quelli americani, importati, rimodulati su base partigiana nazionalista e mostrati nelle sale con successo di pubblico. Attraverso le testimonianze di personaggi chiave della cinematografia jugoslava, Cinema komunisto restituisce la «storia di un paese che non esiste più, eccetto che nei film», attingendo a memorie, frammenti di pellicole e di set completamente inediti. Una poderosa operazione museale di macrostoria che scivola soltanto quando punta l’occhio di bue sul cinefilo Tito, carnefice su base etnica trattato con nostalgica e paradossale accondiscendenza.
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