Regia di Roar Uthaug vedi scheda film
Christian è un geologo che vive nella minuscola località di Geiranger, nel fiordo di Akneset. Prossimo al trasferimento in città, non riesce a cancellare dalla mente una strana sensazione, quella che la montagna stia precipitando nel mare, con conseguente rischio tsunami. Sensazione supportata dai rilievi del monitoraggio operato dalla sua ex azienda e dai suoi oramai ex colleghi, piuttosto scettici a riguardo.
Quando il peggio si scatena, Christian ingaggerà una lotta contro il tempo per salvare la sua famiglia.
Produzione interamente norvegese, che ricalca l'iter di quelle mainstream, ma lo fa nel complesso con molto meno retorica. Utahug prima incornicia il fiordo con delle riprese aeree mozzafiato riempiendo gli occhi con un paesaggio da cartolina, poi lo demolisce con un disastro che restituisce una Norvegia desolante e funerea, grazie ad alcune inquadrature che ricordano la "Raccoon City " di Resident Evil, un vero inferno tra fiamme, polvere ed un sapiente uso della luce. Molto bella la scena dello tsunami, da seguire tutta d'un fiato (guardatevi bene la scena dell'auto che si ribalta). Tutto scontato e prevedibile ovviamente, ma almeno ci vengono risparmiate le lungaggini narrative di Emmerich. Finale al marzapane consolatorio come regola Blockbuster impone.
Poco male, per un film che non offre nulla di più rispetto al solito copione da disaster movie ( ma neanche nulla di meno), con personaggi che si affannano a restare vivi e che scontano i soliti luoghi comuni, ma almeno non dilapida budget faraonici ( il film è costato 6 mln).
Mettete il pilota automatico e vedetevi il film se vi piace il genere. Una sei meno meno.
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