Regia di Cesc Gay vedi scheda film
“Truman” è un film che stenta molto a decollare: ci prova all’inizio, con molta calma/lentezza, partendo da una glaciazione ambientale che sarà poi rinnegata per tutto il resto del film (leggasi: “perché, allora?”), volando dal Canada (altrimenti detto: “Polo Nord”) a Madrid sotto le (non dico mentite, ma certamente indecise e tentennanti) spoglie di quel Thomas (Javier Cámara ) che non riuscirà mai ad essere un degno complementare di Julian (Ricardo Darín, la cui notevole prestazione attoriale è la cosa migliore di tutte ), ma sarà solo la sponda di biliardo dove la boccia solitaria del protagonista rimbalzerà per le esigenze di una sceneggiatura sostanzialmente carente di vere idee e di un vero nerbo. Almeno nella prima parte, finchè un decollo che possa dirsi tale porta i due protagonisti da Madrid ad Amsterdam per una visita a sorpresa al figlio di Julian. Da questo momento in poi (ma, si noti, si sta parlando di quasi sessanta minuti persi per un timing complessivo di cento e otto), dall’abbraccio inconsapevole e insaputo tra un padre reticente e bugiardo per amore e un figlio troppo giovane per la morte, il film comincia ad acquisire un qualche spessore che riesca ad andare un po’ oltre le pieghe bavose del muso del povero molossoide colpevolmente trascurato/ab-usato per fini bassamente lacrimevoli, e trova in alcune scene (l’incontro con la ex moglie del protagonista, la sorprendete scena semi-nude di sesso tra Thomas e una non ben definita Paula (della cui presenza nel plot tutt’ora mi domando, accontentandomi di una giustificazione semplicemente sensoriale...), per scendere poi di nuovo infine a livelli decisamente medi (contrazione di “mediocri”) in un finale ultra telefonato che non recupera nulla del tempo perduto in precedenza, ma piuttosto incentiva la convinzione che il film di Cesc Gay sia un’opera sostanzialmente ruffiana e poco altro.
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